Con una grinta tutta nuova, Paola Turci, dopo la sua esibizione al Festival di Sanremo, si presenta al pubblico con il nuovo disco “il Secondo cuore”. L’album è scritto in collaborazione con una team tutto nuovo, così come gli autori, ed in particolare il cantautore Enzo Avitabile.
Dieci canzoni per ricordare un momento importante della vita della cantante che hanno uno stampo autobiografico e commovente. Un lavoro iniziato al festival di Sanremo, dove la cantautrice romana ha presentato il primo singolo di questo nuovo album, “Fatti bella per te”. Un pubblico in fervore, al quale Paola si è mostrata sotto una nuova luce, quella della rinascita, del cambiamento e del miglioramento. Le canzoni sono state scritte dalla cantante, in collaborazione con importanti autori quali Giulia Ananìa, Marta Venturini, Fabio Ilacqua, Niccolò Agliardi, Enzo Avitabile, Luca Chiaravalli, e Fink. “Volersi bene, accettarsi, questo ti offre una struttura interiore che poi diventa visibile e si esprime. Star bene per poter star bene con gli altri.”
Ci racconti della tua esperienza come cantante e come scrittrice?
«Ero tremendamente insicura e condizionata dal giudizio degli altri che ho mentito a se stessa agli altri. Ho detto che tutto era passato, tutto era finito, invece non era vero. Ho preso coraggio e ho scritto quel libro, smascherando le mie debolezze, i miei limiti, il mio viso (pur non scoprendolo davvero del tutto), me stessa. Questo mi ha dato una nuova vitalità che è poi è esplosa con un monologo».
Parlaci del tuo momento creativo.
«Si prende la chitarra, si ascolta un suono, si può ascoltare anche un disco, se si è capace di prenderlo ad ispirazione. Per me la musica è una forma d ‘arte, deve essere un espressione nuova, bisogna prendere qualcosa di nuovo, mai esistito, e mai copiare. Prendere delle ispirazioni, farsi suscitare delle suggestioni, da certi suoni, da certe armonie; e da lì che parte la tua creatività. Il momento creativo è un momento di trance. Parto da spunti e mi piace condividere. Con Giulia Ananìa è lo stesso, quando noi ci incontriamo tendiamo a voler scrivere qualcosa, è diventato un po’ il nostro modo di dialogare».
Quanto influisce la pirateria nel contesto lavorativo?
«Certo è un problema. Con la crisi si è costretti a piegarsi un poco al mercato. Bisogna stare attenti perché l’arte rimane arte, non deve conoscere crisi, deve prescindere dalla contabilità, la musica non è contabilità. Anch’io vivo di musica ma quando si crea, questo deve essere un momento del tutto spontaneo».