Un crescendo di emozioni artistiche sono quelle conquistate dalla professionalità di Paola Folli, una cantante di ampia bravura, divenuta ancora più nota al pubblico negli ultimi te anni per la costante presenza al programma X Factor, nella squadra di Simona Ventura, in qualità di Vocal Coach.
La Folli ritorna in maniera esplosiva sul mercato discografico con il lancio del suo nuovo lavoro, portando in campo una singolare versione inedita del pezzo di Joni Mitchell “Woodstock”, comunicandone in modo decisamente trasformato una nuova nota di vibrazioni. Paola Folli è cresciuta artisticamente in modo assai eccellente, al fianco di artisti di enorme calibro che l’hanno voluta fortemente per la realizzazione di sinergiche collaborazioni.
Nomi di fama mondiale, da Mina a Renato Zero, passando per Fiorello, Eros Ramazzotti, Vasco Rossi, Adriano Celentano, Articolo 31 (di cui si ricorda il suo inconfondibile timbro nella sempreverde Domani) fino al contributo per Elio e le Storie Tese con i quali si è fermata per un tour che ancora oggi è stabile dal 2008. L’abbiamo intervistata in un incontro di vivace conoscenza artistica.
Paola la notorietà per il riconoscimento legato alla famosa hit degli Articolo 31 “ Domani” è tutt’oggi presente. Che legame resta tra te e quel momento artistico?
«Il legame è ancora molto forte…lo dimostra il fatto che il brano è ancora molto trasmesso e anche quando ho rivisto AX ultimamente (a “Zelig” e al “Musichione”) è stato come tornare all’improvviso all’estate del 1996. Ci siamo abbracciati e ci siamo accorti che pur essendo passati così tanti anni, l’affetto e la stima che ci lega è sempre grandissima. E’ stato uno dei momenti più importanti di artista.»
La tua voce ti ha reso protagonista di numerose collaborazioni insieme a molteplici grandi nomi del pop. Dalla sublime Mina al poliedrico Adriano Celentano passando per artisti del calibro di Vasco Rossi ed Eros Ramazzotti. Tra i tanti chi ha maggiormente toccato le tue “corde”?
«Sicuramente Mina, la sua presenza in studio fu davvero molto emozionante. Ma mi piace citare anche un alto episodio cioè quando Dario Fo ci raggiunse in studio durante le riprese della colonna sonora del “Johan Padan a la descoverta delle Americhe”. Il rispetto con cui ascoltò in silenzio il nostro lavoro fu davvero toccante, un vero esempio di come si comporta un grande.»
La tua immagine è conosciutissima altresì in ambito televisivo per la partecipazione in qualità di personal vocal coach nel format “X Factor”, all’interno della squadra di Simona Ventura. Che ordine di importanza attribuisci a questa esperienza?
«Un’esperienza davvero importante che mi ha permesso di collaborare (oltre che con Simona) con tutta una serie di grandissimi professionisti stando in una posizione molto diversa da quella che normalmente occupavo. Imparare a tener conto di tutte le esigenze di una produzione così complessa e ad interfacciarsi con persone con un background completamente diverso dal mio è stato a volte molto complicato ma anche, allo stesso tempo, davvero gratificante. Credo di avere imparato tanto da questa esperienza e ritengo che farebbe bene a molti musicisti vivere un’avventura di questo tipo.»
Nel corso della tua carriera annoveriamo intensi momenti, da quello dell’estate del ’97 che ti vide protagonista del doppiaggio con il film disney “ Hercules” e con cui ottenesti la vittoria per il miglior doppiaggio in termini mondiali fino a giungere nel 2007 con Renato Zero in “ Mp Zero tour” e nel 2008 con Elio e le Storie Tese. Da quel momento sei stabile con loro. Che rapporto si è instaurato con una tra le band più trasformiste del panorama musicale italiano?
«Quando nel 2008 mi chiesero di unirmi a loro per l’imminente tour, feci un salto sulla sedia, ero felicissima. E decisi, un po’ per mia indole ma soprattutto per la grandissima stima che nutrivo per loro, di entrare in quell’avventura “ in punta di piedi”. Avevo già lavorato più volte in studio con loro e sapevo quanto fossero sia creativi che estremamente attenti ad ogni più piccolo dettaglio, per cui ero molto curiosa ed emozionata al tempo stesso. Oggi, dopo sei anni, posso dire che da un lato l’esperienza con ELST è stata (ed è) una delle esperienze artistiche più gratificanti di tutta la mia carriera, e dall’altro, di essere riuscita a costruire dei rapporti umani molto profondi con ognuno di loro per cui….Grazie!»
Oggi ritorni sul mercato discografico con una versione inedita di Joni Mitchell “Woodstock”. Un riarrangiamento molto vicino alla tua indole. Tu in prima persona quanto ti rispecchi in queste atmosfere sonore?
«Molto perché in questo caso erano perfettamente funzionali alla mia ricerca di dare maggiore energia ad un messaggio che condivido e volevo appunto amplificare. Per me è fondamentale affrontare la realizzazione di ogni brano avendo chiaro fin dall’inizio quale atmosfera intendo creare. A volte ho bisogno di un mondo più rarefatto ed essenziale mentre altre volte preferisco “spingere sull’acceleratore” come in questo caso.»