Un progetto artistico di livello per onorare Leo Ferré a 20 anni dalla sua scomparsa: è questo l’obiettivo perseguito dall’Ambasciata di Francia in collaborazione con l’Institut français Italia per ricordare, all’interno del festival Suona francese, il grande e poliedrico autore tuttora considerato la massima espressione della poesia in musica, con un patrimonio artistico immenso che si snoda tra canzoni, poesie, sinfonie, opere, saggi e romanzi.
In occasione di un altro significativo anniversario, i 10 anni della nascita dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, domenica 9 giugno alle ore 18 sul palco del Teatro-Studio prenderà forma uno spettacolo ricco di tematiche ed emozioni che vedrà incontrare uno degli interpreti francesi “ferreiani” per eccellenza, Hubert-Felix Thiéfaine, con chi in Italia Ferré lo ha tradotto, cantato e riarrangiato nel pieno rispetto dello stile, i Têtes de Bois.
Thiéfaine, da molti definito un vero e proprio poeta-rocker maudit, è sicuramente l’artista che maggiormente si avvicina ai sentimenti anarchici espressi nelle canzoni di Ferrè celebrando follia, sesso, solitudine, anarchia e trasgressione all’interno di produzioni che sono state consacrate dischi d’oro e di platino ed hanno ottenuto riconoscimenti del calibro del “Grand prix de la chanson française” de la SACEM e dei “Victoires de la musique”. Tra le sue composizioni più acclamate si segnalano La Fille du coupeur de joints, Alligators 427 e Les Dingues et les Paumés dove la critica alla società e l’epifania della morte si incontrano con un umorismo cinico e truculento, direttamente ispirato a Boris Vian, ma sono numerose anche le sue creazioni che, sull’onda stilistica di poeti come Rimbaud, Baudelaire o gli esponenti della Beat Generation, hanno segnato il suo cammino artistico rivolto ad una complessa ed enigmatica descrizione letteraria del genere umano.