Fino al 13 novembre 2017 al Teatro Bellini di Napoli l’indiscutibile unicità registica di Emma Dante con il suo spettacolo Odissea a/r, nato dalla sua esperienza come direttrice della Scuola dei Mestieri dello Spettacolo del Teatro Biondo di Palermo, ventitré allievi attori che non solo recitano ma ballano in differenti danze eccellenti, cantano, in una bellissima sincronizzazione dell’insieme.
Allievi che sono stati anche partecipi alla stesura del testo, attraverso le loro improvvisazioni e hanno composto anche alcune canzoni come “Rapimi la porta” e “TerrAmare” e alcune musiche. Un saggio di fine anno da Oscar.
Atto unico di un’ora e mezza, in cui i ventitre attori occupano da soli la scena, senza scenografia di sfondo e orpelli inutili e sono sempre in scena: Manuela Boncaldo, Sara Calvario, Toty Cannova, Silvia Casamassima, Domenico Ciaramitaro, Mariagiulia Colace, Francesco Cusumano, Federica D’Amore, Clara De Rose, Bruno Di Chiara, Silvia Di Giovanna, Giuseppe Di Raffaele, Marta Franceschelli, Salvatore Galati, Alessandro Ienzi, Francesca Laviosa, Nunzia Lo Presti, Alessandra Pace, Vittorio Pissacroia, Lorenzo Randazzo, Simona Sciarabba, Giuditta Vasile, Claudio Zappalà.
Ciò che rende questa produzione così vivacemente interessante è proprio la coralità di questi attori, capaci di creare un vibrante arazzo teatrale. Questa Odissea, andata e ritorno, potrebbe considerarsi più un omaggio che un adattamento, con la sua versione popolare nei linguaggi e la sua destrutturazione sperimentale, non aspettatevi niente di classico. La poetica omerica viene sostituita da un dialogo farcito, volgare e contemporaneo con un bel paio di battute simpatiche. Il lirismo sofisticato viene rappresentato attraverso le canzoni, ben scritte, che riprendono le vecchie canzoni tradizionali siciliane.
L’opera si svolge, tendenzialmente, all’interno del palazzo dove Penelope (Francesca Laviosa) attende ansiosa il ritorno del suo Odisseo dalla guerra di Troia e nel frattempo cresce da sola il suo Telemaco (Alessandro Ienzi) in un ambiente malsano, abitato da un gruppo ringhioso di pretendenti, rozzi e volgari Proci dal marcato accento siciliano, e con le desiderose ancelle infuocate dal sesso maschile dei Proci. Scena emblematica è l’entrata di Penelope in burka nero, tra le contestazioni delle sue ancelle che non vogliono più assecondarla nell’inganno della tela, Tesse Stesse, recita la canzone, ma come per magia la tela si trasforma in metri e metri di lunga tela nera che diverrà il sudario di morte della stessa Penelope, accompagnata dalla struggente musica di Wim Mertens, Close Cover.
Questa è solo una tra le tante scene, lo spettacolo è da vedere e rivedere per la sua fusione superba, elettrizzante e l’Odissea A/R, testo e regia di Emma Dante, finisce sulle note del Salve Regina tratto da I dialoghi delle Carmelitane, cantato da Josè Van Dam e Catherine Dubosc.