Sarà il grande compositore e pianista Oderigi Lusi, la vera star di Atmosfere Francesi, il 7 giugno 2014 a Pagani (SA), con la prima esecuzione nazionale di Il Nuvolo innamorato – Favola danzante per Orchestra sinfonica e Ensemble etnico, l’ultimo suo lavoro sinfonico, liberamente tratto dall’omonima fiaba di Nazim Hikmet, che il poeta scrisse con finalità pedagogiche, riflettendo sui messaggi di fiducia e libertà contenuti nella gran parte delle sue fiabe, al fine di trovare con coscienza un posto nella società.
E Oderigi Lusi, lasciandosi trasportare da questo mondo magico, terre lontane, eroi e bellissime fanciulle, re e strumenti magici, delle favole di Hikmet ha creato delle splendide composizioni musicali dal definito ricordo dei balletti russi, con cui ha vinto la prima edizione di Moderato danzabile, concorso internazionale per la composizione musicale per la danza.
Oderigi ha da poco finito un’altra interessante e magica composizione, un Melologo per voce recitante e gruppo da camera intitolato “Sul sentiero del Dei”, ispirato alla leggenda dei due fratelli di Vietri sul Mare, avvalendosi della collaborazione di Luciano Varnadi Ceriello, che ha scritto i testi e del pittore Fernando Masi, che ha dipinto diversi quadri del Melologo.
Cosa succederà a Pagani il prossimo 7 giugno? Come sarà strutturata la sua performance?
«Il prossimo 7 giugno a Pagani si chiuderà la stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica Campana con la serata “Atmosfere Francesi”. Beatrice Venezi dirigerà tre prime esecuzioni assolute, tra cui la mia suite per voce recitante e orchestra sinfonica “Il Nuvolo innamorato” tratta dal mio omonimo balletto ispirato ad una favola di Nazim Hikmet. Per i dettagli della serata consultare Filarmonicacampana
Ovviamente in occasione della serata mi godrò l’esibizione dell’orchestra quindi sarò tra il pubblico, con emozioni diverse da quando si suona. Assistere all’ esecuzione di opere contemporanee, con i compositori presenti in sala, è qualcosa di magico, si crea un’energia particolare che mette in contatto diretto il pubblico con il compositore stesso che è lì, e che in quel momento mette a nudo una parte della propria sensibilità attraverso la propria musica. A proposito dell’Orchestra Filarmonica Campana approfitto di questo spazio per ringraziare pubblicamente il Maestro Giulio Marazia direttore artistico dell’orchestra per aver creduto nel mio lavoro.»
Com’è nata l’opera Il Nuvolo innamorato? E come si è avvicinato alle favole di Hikmet?
«Hikmet rappresenta uno dei poeti più importanti del ‘900. Trovo la sua arte immensa. Conoscevo le sue poesie, ma non le sue fiabe, sinceramente. Sono venuto a conoscenza di quest’ultime grazie alla mia compagna Alessia, che mi ha consigliato di scoprire il mondo “magico” delle favole del poeta turco, sia come lettura, che come spunto per “creare” qualcosa di nuovo. Tra le tante (tutte bellissime) ho scelto “Il Nuvolo Innamorato”, la più famosa di Hikmet, per due motivi principali: per il potere evocativo del racconto; per il messaggio del “Nuvolo Innamorato” a mio avviso universale e trascendentale, con un suo risvolto mistico, aggiungerei “[…]Le persone care, gli animali buoni e i bravi Nuvoli non scompaiono mai. Chi ama, non muore […]”. Consiglio a tutti la lettura.»
Quali emozioni ha revocato in lei la lettura di queste favole e come le ha trasposte in questa sua opera?
«Questo racconto ha un potere evocativo grandissimo e durante la sua lettura “vedevo” letteralmente i luoghi e i personaggi creati dalla fantasia dello scrittore. Il passo successivo è stato semplicemente quello di creare una colonna sonora che accompagnasse queste “visioni”evocatemi dalla favola, appunto. E devo dire che tutto il processo di scrittura si è svolto in modo relativamente semplice e naturale, quasi come se la musica fosse stata già contenuta nel racconto stesso: bisognava solo “tirarla fuori”.»
Favola danzante per Orchestra sinfonica e Ensemble etnico, mi può spiegare in cosa consiste?
«In termini più semplici si tratta di un Balletto. La partitura originale dell’opera rappresenta un balletto con struttura formale tipica dei “balletti russi”.
L’orchestra sinfonica prevede, oltre gli strumenti tradizionali, anche degli strumenti presi in prestito dalla cultura popolare quali il duduk, e varie percussioni medio-orientali.»
C’è invece qualche favola che ricorda che le veniva letta da bambino e qual era la sua preferita?
«Senza dubbio la favola di Pinocchio. Ho sempre odiato fin da bambino le favole confezionate, invece, dalla Disney che considero prive di poesia nel termine più stretto del termine.»
“Il Derviscio si sedette ai piedi del cipresso. Estrasse il flauto dalla cintola e cominciò a soffiare…” lei come un Derviscio da quale brano ha iniziato a costruire quest’opera?
«La composizione ha seguito in tutti i suoi passi la sceneggiatura originale del racconto.»
Uscirà anche un disco?
«Sì,l’idea sarebbe di fare una registrazione Live. Aspetto il concerto e l’occasione giusta per procedere in questa direzione.»
Com’è nato Notes from a logbook?
«Notes è un lavoro di qualche anno fa a cui sono molto legato e che ha visto la collaborazione di tanti cari amici e musicisti straordinari. La sua musica è molto sincretica e rappresenta un viaggio sia spirituale che fisico. Alcuni brani come “Da un viaggio a Petra” sono nati proprio dopo aver visitato i luoghi che li hanno ispirati. Altri invece, come “Karma” solcano i mari più interiori dello nostro esistere.In generale tutti i brani che ho composto in Notes seguono il mio “modus operandi”.
Per me la musica come linguaggio ha il forte potere di evocare delle sensazioni e delle emozioni che possono scaturire dalle più diverse esperienze (un viaggio, la lettura di un libro etc.). In sintesi, credo che i compositori siano dei fotografi e dei pittori le cui fotografie e i cui dipinti sono fatti di suoni.»
Come si è avvicinato alla musica, quali studi ha fatto?
«Da piccolo, la prima volta che ho visto un pianoforte me ne sono innamorato! Non vengo da una famiglia di musicisti ma, nonostante ciò, i miei hanno sempre appoggiato la mia passione facendomi studiare, senza mai discutere le mie scelte. Ho svolto i miei studi di composizione e di pianoforte presso il Conservatorio Musicale di Avellino. Ho tenuto vari Master e corsi di perfezionamento tra cui quello con Luis Bacalov presso l’Accademia Chigiana.Insomma la solita routine accademica accostata dall’ interesse per ogni linguaggio musicale.»
Quali sono stati i suoi primi brani scritti?
«Se non ricordo male credo sia un corale, e tutta una serie di piccole composizioni che si iniziano a buttare giù durante i primi corsi di Composizione.»
Sta preparando una nuova opera? Può anticiparci qualcosa?
«Si, ho da poco finito di scrivere il mio nuovo lavoro. Si tratta di un Melologo per voce recitante e gruppo da camera intitolato “Sul sentiero del Dei”.
Il lavoro è ispirato alla leggenda dei due fratelli di Vietri Sul Mare. La leggenda narra di due giovani pastori che, giunti sulla spiaggia con le loro pecorelle, rimasero colpiti da una fanciulla che dormiva in mezzo al mare. A seguito di un improvviso temporale, i pastori si gettarono in acqua nel tentativo di sottrarre la ragazza dalle grinfie del mare, ignari che si trattasse della figlia del Dio del mare, Nettuno. Purtroppo, il loro tentativo fu vano e trovarono la morte insieme al gregge che li aveva seguiti. Colpito dal gesto coraggioso dei ragazzi, Nettuno trasformò così i pastori in due grandi scogli, per l’appunto I Due Fratelli, attorniandoli con scogli più piccoli a ricordo delle pecore del loro gregge. In questo nuovo viaggio sono affiancato da Luciano “Varnadi” Ceriello che ha scritto i testi e dal pittore Fernando Masi che invece ha dipinto i diversi “quadri” del Melologo.»
Oltre alla musica, si dedica a qualche altra cosa?
«La mia attività di musicista e insegnante mi prende molto tempo ma riesco comunque a dedicarmi allo sport che ho sempre praticato fin da piccolo. In particolare amo gli sport solitari come la bici. Adoro arrampicarmi su per le montagne perché ho sempre amato la natura (questo grazie soprattutto a mio padre che da piccolo mi portava a pesca negli incantevoli scenari dei nostri Appennini. Non potrò mai dimenticare la prima volta che ho bevuto l’acqua dal fiume, avevo massimo 9 anni ed eravamo alle sorgenti del Calore). Purtroppo, attualmente, vivendo a Roma ho dovuto un po’ ridurre questa mia attività. La città, con cui non ho mai trovato un forte legame e che non ho mai sentito mia, mi stressa in modo particolare. Questo tipo di vita non si sposa con la mia sensibilità. Spero di andar via da Roma il primo possibile.»
Hobby?
«Gioco molto bene a tennis.»
Progetti futuri?
«Un bambino con la mia bellissima moglie Alessia!»