La maestra Enrica Di Martino ha fatto della musica la sua vita, ma in questa intervista approfondiamo anche le sue doti come formatrice ed autrice di volumi utili alla conoscenza dell’arte musicale. Come muove i suoi primi passi ˈartisticiˈ?
Lo studio del canto è iniziato quando avevo 16 anni, ho studiato con il Maestro Raia, poi il percorso al Conservatorio intervallato già da una carriera artistica vissuta sotto la direzione del Maestro Emanuela Di Pietro con la quale ho girato l’Italia in tutti i teatri di tradizione in qualità di corista e Tuttavia cantare da solista non era la mia velleità io volevo insegnare, questo poi lo comprendo più chiaramente negli anni successivi, quando intraprendendo vivamente la didattica mi sentivo sempre più viva e motivata,
La formazione occupa uno spazio importante della sua vita; proprio dall’incontro con gli allievi è nata l’esigenza di scrivere dei libri che potessero in qualche modo favorire il percorso formativo. Penso a Tecnica Vocale fisiologia ed anatomia della voce, edito da Armelin di Padova, recentemente presentato a Napoli, ce ne parla?
Presa dalla convulsa curiosità mi sono chiesta come i cantanti e gli insegnanti di canto del 500 gestivano la formazione vocale. Ho voluto riportare quelli che sono gli studi di grandi foniatri di quel tempo e successivamente a quell’epoca, per poter fare un confronto, ma soprattutto per poter avvicinarsi sempre più all’autenticità dello stile di quel tempo, dove la vocalità aveva sicuramente esigenze diverse da quelle che poi venivano affrontate nei secoli successivi con la nascita del bel canto, arie da camera fino ad arrivare all’opera, motivo per cui anche la ricerca e lo studio hanno trovato altre motivazioni.
Ma anche il volume La Voce patologie e prevenzione, edito da Armelin di Padova, è stato oggetto di presentazione ed è un utile strumento per capire le dinamiche legate alla voce relative patologie. Di cosa tratta questo libro, che, ovviamente, ha un approccio al problema da esperta nel campo musicale e non medico, giusto?
Assolutamente sì, questo volume è uno strumento, che mi auguro sia utile, per apprendere le basi fisiologiche di una funzione così complessa come la voce. Questo semplice breviario di fisiologia vocale intende sostenere l’artista nella gestione del corpo-strumento con notizie chiare, fondate su dati rigorosi. Curare i cantanti è una professione meravigliosa e un’occasione di maturazione umana e scientifica straordinaria se nel corso degli anni i rapporti si trasformano in sodalizi.
Sta già lavorando sulla rassegna internazionale International Gospel Days?
Si stiamo lavorando già da molto tempo anche perché eravamo pronti alla seconda edizione del festival già a maggio ma poi il Covid ci ha fermato. Torneremo più forti di prima molto presto.
Cosa vuol dire lavorare oggi con i giovani?
Lavorare oggi con i ragazzi sembra apparentemente più difficile, perché più distratti, superficiali ma è solo un atteggiamento, all’inizio bisogna superare la superficialità con la quale si affronta tutto, quando però comprendono che dall’altra parte c’è uno sguardo attento allora con il gran supporto della musica tutto è possibile tutto si realizza. I ragazzi di oggi sembrano più difficili ma solo perché più intelligenti di noi alla loro età.