Liberamente tratto dagli scritti e dalle testimonianze di Giorgio Strehler, va in scena al Teatro Libero di Milano, dal 27 giugno al 15 luglio lo spettacolo dal titolo “Non chiamatemi maestro”.
Progetto e regia portano la firma di Corrado d’Elia, le lui e la fonica di Alessandro Tinelli, le fotografie di Angelo Redaelli e la produzione del Teatro Libero.
“Non chiamatemi maestro” vuol essere un canto d’amore per il Teatro. Un inno alla sua fragilità, alla sua incertezza e alla sua caducità. Alla sua fondamentale, profonda umanità. Una riflessione sentita e appassionata sull’amore e sul grande sacrificio che necessariamente il Teatro ogni giorno richiede a chi lo fa, nel rapporto tra Arte e Vita.
Giorgio Strehler, il grande maestro dai capelli bianchi sempre vestito di nero, è il punto di partenza e necessariamente il punto di arrivo. Così muovendo dalle sue parole, dai suoi scritti, dalle sue testimonianze nasce un percorso poetico a nuovo, una nuova scrittura, nuove suggestioni che ci restituiscono un mondo solo apparentemente perduto, ma ancora oggi – forse più che mai – attuale. Un universo che appartiene a tutti gli artisti e a tutti coloro che amano l’Arte e il Teatro.
Corrado d’Elia celebra con “No chiamatemi maestro” l’universalità dell’Arte, in un gioco teatrale di sovrapposizione con il Maestro in totale comunione. Un percorso emozionante, un flusso di pensieri forte e toccante che restituisce decisamente la parola all’emozione e alla poesia. Alla fine ciò che conta è soltanto la verità dell’Arte e la sua universalità, il Teatro come gesto umano supremo, gesto d’amore e di fiducia negli uomini.
“No chiamatemi maestro” è la storia di una passione, di qualcosa di così forte da segnare il percorso di tutta una vita, In cui chiunque ami il teatro e la vita si può riconoscere. “Una piccola scheggia di diamante da trovare con tanta fatica, nelle sabbie così mobili della realtà e delle vicende umane….”.
Gli Album di Corrado d’Elia sono eventi scenici quasi intimi, privati, come potrebbe esserlo un album di vecchie fotografie da mostrare con pudore. Sono racconti di passioni, percorsi poetici che ogni volta coinvolgono ed emozionano, sospendendo il tempo, in uno stato di totale condivisione con il pubblico. Assoli suggestivi ed intensi che l’attore-autore racconta sul palco in profonda solitudine.