“Noi siamo Francesco” il film che segna l’esrdio alla regia di Guendalina Zampagni. Francesco, un ragazzo di 22 anni, non ha le braccia dalla nascita; il resto del suo corpo è “normale”, anzi, piuttosto bello e ben formato. La vita gli ha insegnato ad adoperare le sue gambe come unici arti e i piedi sono le sue specialissime e abilissime mani. È uno studente universitario modello ed ha un vero e fraterno amico, Stefano. Vive solo con la madre, Grazia, un famoso architetto di Bari. Francesco però, a differenza del caro amico, non ha ancora mai vissuto le gioie dell’amore, e questo, a oltre vent’anni, è ormai diventato un problema.
Il film, come racconta la regista, nasce dalle storie reali che ha ascoltato. “Attraverso testimonianze vere di ragazzi disabili, ho maturato questa storia. Anche le difficoltà che la madre del nostro film incontra nell’aiutare il figlio ad avere una vita intima autonoma e soddisfacente, sono tratte da testimonianze vere. Sono certa che questa storia sia piena di amore, vitalità e leggerezza, e con un po’ di presunzione ritengo che sia anche necessaria. L’ironia inaspettata dei disabili che ho incontrato, mi ha dato il coraggio e la certezza che, dopo il primo impatto di disagio, sarebbe stato semplicemente il ‘banale’ fatto che siamo tutti, qualsiasi sia la nostra condizione fisica, pieni delle stesse paure e degli stessi desideri. E che la storia di Francesco, il mio protagonista nato senza gli arti superiori, potrebbe essere benissimo quella di un ragazzo ‘normale’. In fondo, ho semplicemente raccontato una storia d’amore”.
Prodotto da Arancia Cinema e distribuito da Microcinema, il 25 giugno 2015 è uscito nelle sale Noi siamo Francesco, delicato e commovente racconto su un ragazzo che riesce a superare il suo handicap e a condurre pienamente la sua vita, anche grazie ad amici che tutti vorrebbero avere. Il film, che ricorda le atmosfere di classici come Forrest Gump, Il mio piede sinistro e The Sessions – Gli incontri, segna l’esordio alla regia di Guendalina Zampagni, ed è interpretato da un cast eterogeneo, formato da attori affermati e giovanissimi, tra cui Elena Sofia Ricci, Mauro Racanati, Gabriele Granito, Paolo Sassanelli, Mariolina De Fano, Cristiana Vaccaro, Diletta Acquaviva e Gelsomina Pascucci.
L’attrice protagonista Elena Sofia Ricci conferma le parole della regista, sostenendo che “Guendalina Zampagni è riuscita a raccontare con naturalezza e con uno sguardo felice un tema così delicato e mi ha dato la possibilità di interpretare una madre sensibile, ma al tempo stesso forte nel suo difficile ruolo, un personaggio che non ha paura di sbagliare, di contraddirsi, di amare e proteggere il figlio, fino al limite di dimenticarsi di se stessa, di dimenticare di amarsi e proteggersi a sua volta”.
Per l’ occasione abbiamo intervistato la bella e brava attrice Diletta Acquaviva. Ha una grinta da vendere, e dopo aver scelto di lasciare la sua terra per continuare il suo sogno riesce ad entrare alla Silvio D’ Amico e da li in poi inizierà un cammino diviso tra televisione, cinema e teatro.
Che ruolo interpreti all’ interno del film?
«Nel film sono Maddalena,detta Maddy mondiale originale! Sono la ragazza del migliore amico di Francesco,il protagonista. Siamo degli studenti di filosofia, ma studiare non ci piace molto, siamo tutti concentrati ad aiutare Francesco a trovare l’amore! Chissà…. forse ci riusciamo pure!»
Come hai affrontato lo studio sul personaggio?
«Ho cercato di ricordarmi i periodi in cui vivevo in Puglia e passavo il tempo con i miei amici, ho preso ispirazione da qualche personaggio del mio paese, Martina Franca. Maddy infondo è una ragazza che ama il suo fidanzato, ma è anche gelosa e per darle un contorno sia simpatico sia intenso ho provato ad essere un po’ me stessa e un po’ qualcuno che mi ha sempre fatto sorridere con i suoi modi di fare semplici, buffi e che secondo me potessero raccontare la vita di una ragazza del sud, anche un po’ “scassacapperi”.»
Com’è stato lavorare con grandi nomi quali Elena Sofia Ricci e Paolo Sassanelli?
«Meraviglioso. Elena Sofia è una persona speciale, generosa e simpaticissima. Riusciva a far sorridere sempre tutti e ricordo con quanto entusiasmo raccontava le storie! Ho passato un bellissimo periodo insieme sul set, anche se purtroppo nel film non ho scene con lei, o meglio una c’è..ma dormo! Paolo anche è una persona spiritosissima e profonda e ogni volta che lo incontro so che abbiamo condiviso qualcosa di unico ed importante facendo parte dello stesso film.»
Come avviene la tua formazione e a quali grandi maestri ti ispiri per il tuo lavoro?
«Mi sono diplomata all’Accademia Nazionale D’arte Drammatica Silvio D’amico, nel quasi lontano 2010. Di maestri ne ho avuti tanti lì dentro, adesso più cresco e più inizio a capire che è sempre più bello ed utile per il lavoro uno scambio continuo di idee e proposte tra il regista e l’attore. Così si costruisce qualcosa che viene da entrambe le parti, abbiamo molto da imparare dai grandi registi, ma credo che anche a loro piace rubare qualcosa di noi.»
Progetti futuri?
«Sto lavorando e studiando per un progetto su “Le mille e una notte” a cura di Andrea Baracco, un regista che stimo molto e che mi sta dando moltissime ispirazioni. A settembre porteremo lo spettacolo al Festival di Pesaro. Poi a luglio sarò in finale al premio Scenario con la compagnia Industria Indipendente, con la quale collaboro da un po’ di anni. Poi. . . non c’è due senza tre, si spera!»