In scena al Teatro Diana di Napoli da ieri, 30 gennaio al prossimo 10 febbraio 2019 c’è “Mostri a Parte” di Maurizio Casagrande. Uno spettacolo che sta riscuotendo molto successo in giro per lo stivale e che è stato accolto in casa con tantissimi applausi. Uno spettacolo però che mi ha permesso di rincontrare un attore che ha iniziato a farsi notare già da alcuni anni, un giovane e poliedrico artista che ha calcato palchi importanti al fianco di star internazionali come Claudia Cardinale e il maestro Zubin Metha.
Occhi verde cangiante, profondissimi. E un sorriso genuino, carico d’energia viva e semplicità disarmante. Nicola D’Ortona è cresciuto rispetto all’ultima volta che ho avuto la possibilità d’intervistarlo, eppure la purezza del suo sguardo non mente: dietro anni di piccoli grandi successi e di gavetta c’è il cuore pulsante di un bambino eternamente meravigliato a guidare i suoi passi.
Sono trascorsi più di tre anni dall’ultima volta che ti ho intervistato, ne hai di cose da raccontare. Come potrebbe iniziare questa storia?
«Sicuramente con la menzione delle persone a me più vicine, quelle che realmente hanno creduto in me. Sicuramente con un ringraziamento a mio padre che è stato e continua ad essere la mia possibilità concreta di avere terreno fertile per crescere e soprattutto per far crescere i miei sogni.»
Sei andato a Roma a studiare recitazione. Come mai non sei rimasto qui a Napoli anche nei tuoi anni di formazione?
«È stata una scelta che ho fatto per prendermi cura di me stesso. L’ambiente napoletano era diventato stagnante in termine di amicizia e quindi ho sentito il bisogno di cambiare città.»
Poi però sei tornato qui per mettere a frutto sul campo quello che avevi imparato nella capitale, sei da anni quindi in continuo movimento o sbaglio?
«No, hai colto perfettamente la mia filosofia di vita. Sai, tempo fa ho sentito un antropologo paragonare la vita di ognuno di noi a quella di un paguro. Il paguro vive dentro al suo guscio fino a quando poi quest’ultimo non gli inizia a stare stretto. A quel punto il paguro inizia ad avvertire disagio, si sente esplodere e così ecco che esce dal guscio. Esce da quella che possiamo definire la sua “casa” per costruirne un’altra. E questo accade per tutta la sua vita. Ecco questo è quello che faccio anche io. La nostra vita evolutiva cambia grazie al disagio. Quando cambiamo c’è un disagio che va a migliorare e questo cambia tutto.»
I greci la chiamano anche “crisi”, in quanto per loro la parola crisi deriva dal verbo “scegliere
«È così. Quando ero ragazzino e ho vissuto delle crisi dovute a difficoltà che vivevo ho dovuto scegliere cosa fare e così me ne sono andato a Roma con mio padre. In un secondo momento ancora mi sono trasferito a Milano in quanto mi si era presentata l’occasione di poter lavorare come modello.»
Hai scelto però una strada diversa da quella delle semplici passerelle…
«Ho preferito concentrare le mie forze per realizzare il mio più grande sogno: recitare. Non è così facile realizzare i sogni, perché si ha paura di fallire. Ho sentito la storia di tantissime persone rimaste in un limbo perché poco coraggiose. Io invece ho usato tutte le mie energie per cercare di concretizzare il mio sogno, non ne avevo altre per la paura.»
E il tuo coraggio ti ha dato ragione.
«Il coraggio e il duro lavoro. Le persone senza sogni non hanno obiettivi, non hanno stimoli. Io sono un sognatore: è questo che mi tiene in vita! L’altro giorno a teatro ho incontrato un bambino, avrà avuto al massimo otto anni. Ci siamo messi a parlare e a un certo punto io gli ho chiesto: ma tu che sogno hai? Cosa vuoi fare da grande? Il bambino mi ha risposto di non avere sogni, non so spiegarti la tristezza che ho provato in quel momento. Io quando avevo dieci anni sognavo eccome, avevo migliaia di sogni anche irrealizzabili, ma era così bello sognare!»
In cantiere, a proposito di sogni, hai un progetto proprio riguardo la concretizzazione dei propri desideri, giusto? Di cosa si tratta?
«Si tratta di un mio personale canale youtube, con annessi i vari social di cui disponiamo oggi. Il mio progetto è molto semplice: motivare gli altri a credere nei propri sogni attraverso il racconto personale della mia storia. Io sono riuscito a realizzare i miei sogni ed ecco che voglio aiutare anche gli altri interagendo con loro, ascoltando le loro storie e dando loro consigli. Bisogna porsi degli obiettivi nella vita: voglio dare il mio contributo per non far sparire da questa società la voglia di sognare.»
Tra i tanti sogni che hai realizzato, in primis c’è stata la doppia stagione de La Carmen diretta dal maestro Zubin Metha. Cosa ricordi con più emozione?
«Sicuramente la prima a cui ha presenziato anche Sergio Mattarella: è stata un’esperienza bellissima. Con il maestro Metha poi ho anche fatto una fotografia: a fine spettacolo ho fatto una corsa per andare da lui, i miei colleghi non capivano come avessi fatto già a togliermi il costume, ma io volevo una foto ricordo col maestro!»
Da serio professionista ecco emergere il tuo lato entusiasta carico di meraviglia.
«Devo ammettere che è da poco che ho riscoperto questo mio lato diciamo più “fanciullesco”. È stato tutto merito di Claudia Cardinale, con cui ho lavorato fianco a fianco durante tutta la tournée de “La strana coppia”. Io e Claudia abbiamo creato un legame inspiegabile, chiunque ci vedesse pensava o che fossimo fratelli o che fossimo amanti. Abbiamo avuto questo rapporto di cui non è facile dare definizioni a parole perché entrambi ci divertivamo come due bambini, sempre. Ho aiutato poi Claudia anche per l’organizzazione del suo compleanno, che ha festeggiato al Teatro San Carlo ed è stato bellissimo constatare che io fossi una delle persone di cui lei si fidava di più.»
Ti porterai nel cuore la gioia e l’unicità del vostro incontro.
«Sempre. Nel suo lato da bambina rivedevo me stesso. E mi auguro di restare ancora bambino a lungo: Claudia mi ha fatto capire che posso essere così, ha fatto emergere un mio lato nascosto.»
E adesso, dopo Metha e la Cardinale eccoti nella tua città, a Napoli, in compagnia di Maurizio Casagrande. Com’è lavorare con un attore come lui?
«Maurizio è un perfezionista: cerca di controllare personalmente tutto perché mira alla perfezione assoluta. È stato un onore essere scelto da lui dopo che mi aveva visto recitare con Claudia. Spiegare in poche parole cosa fa quando lavoro è riduttivo. Posso dirti che sto imparando tante cose e non solo a livello recitativo.»
Lo spettacolo sta avendo tantissimo successo. Puoi darci anche tu ulteriori motivi per venirlo a vedere?
«Bisogna vederlo perché è uno spettacolo in cui si parla di tutti noi. Del nostro modo di relazionarci al mondo. Bisogna vederlo perché le risate risultano il mezzo della riflessione e non solo il fine ultimo. E poi bisogna vederlo perché è uno spettacolo pieno di effetti speciali, ma per questo non posso spendere parole: solo chi verrà in sala capirà di cosa sto parlando!»