Di recente si è conclusa la seconda stagione di Braccialetti Rossi 2, che anche quest’anno si è aggiudicata un bel po’ di critiche positive sia da parte del pubblico, sia della critica. Le emozioni dei Braccialetti Rossi continuano a vivere nelle canzoni che hanno accompagnato le puntate, il cui merito va attribuito a Niccolò Agliardi, direttore musicale, autore e compositore, con la sua band The Hills dei due album dei Braccialetti Rossi. Agliardi è tra l’altro autore anche di alcuni brani dei più grandi artisti della musica italiana.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Niccolò Agliardi, sulla sua esperienza con i Braccialetti Rossi e sui suoi prossimi progetti.
Braccialetti Rossi per molti è una fiction, per te?
«Anche, e ovviamente molto di più. È un pezzo di vita. È un pezzo di condivisione con delle persone che oramai dividono con me le giornate, le serate. Non pensavo che questi ragazzi potessero diventare così fraternamente vicini. È stata una scoperta, ma allo stesso tempo una piccola rivoluzione.»
Una rivoluzione in che senso?
«L’esperienza vissuta in questi due anni è stata una rivoluzione per il mio percorso artistico. Sono stato sempre un “artista” all’avanguardia, ho sempre fatto l’autore, realizzato degli album tutto sommato destinati ad una nicchia di pubblico più vicino alla mia età, alle mie abitudini, ai miei gusti. Quando sono stato chiamato a raccontare in musica questa storia, non avevo capito la potenza che avrebbe potuto avere a distanza di uno, due anni. Soprattutto non potevo immaginare del pubblico che si sarebbe avvicinato a me. Quindi, quando parlo di rivoluzione, vuol dire anche questo, aver imparato un linguaggio che pensavo di avere dimenticato, quello della mia adolescenza, e aver imparato che i ragazzi non amano periodo intermedi, ma bisogna andare molto diretti, bisogna saper dire di sì quando è sì e non aver paura a dire di no quando sai che quel no è autentico e non ci perdi la faccia. Questa cosa mi ha aiutato moltissimo come persona.»
Io non ho finito è la colonna sonora di Braccialetti Rossi, ma anche il titolo del tuo album uscito a maggio 2014…Questo Brano è stato realizzato per la fiction o lo avevi già in mente? In quanto al titolo “Io non ho finito” quanto ti rappresenta?
«Questa canzone è stata scritta per i Braccialetti rossi in un periodo in cui il mio dolore privato era autentico tanto quanto lo era il dolore della storia che si stava raccontando per la fiction. Con la stessa autenticità c’era un desiderio di riscatto e di affermazione. A distanza di due anni, da quando ho scritto questa canzone, sono orgoglioso di dire che avevo ragione a dire che non avevo finito perché l’abbandono e l’addio di cui parlavo qualche anno fa, sorprendentemente è una fase che posso dire di aver superato.»
Nell’album “Braccialetti Rossi 2” ci sono diversi artisti tra cui Roberto Vecchioni che interpreta la canzone “Acrobati”. Tra l’altro a Vecchioni va attribuita anche la tua passione per la musica...
«Sì, mi ha fatto affezionare a questo mondo. Poter avere al mio fianco in questo secondo album dei Braccialetti Rossi, una persona così autorevole che ha segnato anche il mio percorso di crescita artistica, è stato per me un motivo di orgoglio e soddisfazione. Ho pensato di chiamare Vecchini perché avevo scritto una canzone legata ad una scena di Giacomo Campiotti in cui i ragazzi si ritrovano per l’ennesima volta di fronte ad un abisso e si pongono la domanda del perché tutto stia capitando a loro. Siccome avevo la netta consapevolezza che non esistesse una vera e propria risposta a questa domanda, l’unica risposta plausibile era non lo so. Ma quel “non lo so” bisognava dirlo, a mo parere, in un modo talmente profondo, talmente rassicurante che soltanto una voce adulta, matura e responsabile e consapevole come quella di Roberto Vecchioni poteva essere all’altezza di quella risposta. E per me è stato oltre che commovente, mi ha inorgoglito perché era come se io mi fossi fatto un premio da solo. Poi, portare Vecchioni in un album destinato a ragazzi, ha fatto in modo che molti di questi ragazzi, potessero conoscere ed apprezzare un grande artista.»
Nell’album ci sono artisti, oltre a Roberto Vecchioni, che abbracciano artisticamente generi completamente diversi tra loro, parliamo di Emma, Edwyn Roberts, L’Aura, Paola Turci, Francesco De Gregori, Alessandro Casillo, Ermal Meta, Emis Killa, Francesco Facchinetti che artisticamente abbracciano un pubblico completamente diverso…
«Questa, infatti, è stata un po’ la mia sfida, la mia scommessa, cioè quella di portare in questo disco tutte le cose che aderivano perfettamente alla storia dei Braccialetti Rossi senza fare alcuna distinzione di genere, poiché il dolore e la felicità appartengono a tutti non solo di alcuni.»
Di cosa di occuperai in attesa della terza serie?
«La terza serie è in fase di scrittura e spero di essere nuovamente confermato anche per il prossimo anno. In questo periodo mi sto dedicando al mio lavoro di sempre, quello di scrivere canzoni anche per altri artisti. Inoltre, mi dedicherò a scrivere un romanzo a cui ho dedicato molto tempo nella preparazione. È un romanzo che nasce da una storia vera, da una storia di cronaca internazionale. Ho fatto diverse ricerche ed ho scoperto una storia davvero avvincente. È la storia di un grande naufragio reale che genera tanti altri naufragi e da cui bisogna uscirne.
Il video del singolo “Il bene si avvera” (Ci sono anch’io)”