Al Teatro Brancaccio di Roma (fino al 4 febbraio) sarà in scena “Quello che non ho” interpretato da Neri Marcorè e accompagnato musicalmente da Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini. Canzoni di Fabrizio De Andrè, arrangiamenti musicali Paolo Silvestri, collaborazione alla drammaturgia Giulio Costa, scene e costumi Guido Fiorato, luci Aldo Mantovani, dedicato a Pier Paolo Pasolini. Drammaturgia e regia di Giorgio Gallione.
“Quello che non ho” è un affresco teatrale che, utilizzando la forma del teatro canzone, cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in precario equilibrio tra ansia del presente e speranza del futuro. Ispirazione principale di questo percorso sono le canzoni di De Andrè (in particolare del concept album “Le nuvole”) e le visioni lucide e beffarde di Pier Paolo Pasolini, apocalittiche, visionarie profezie (contenute nel poema filmico “La rabbia”) che raccontano di una “nuova orrenda preistoria” che sta minando politicamente ed eticamente la società contemporanea.
Così viaggiando “in direzione ostinata e contraria” si favoleggia del “Sesto continente” un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica (grande 2 volte e mezzo l’Italia) che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (…dopo Neanderthal); di surreali, realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella dai gadgets dell’acqua minerale; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation, di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro…), costruendo così un mosaico variegato di storie (anche in forma di canzone) che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica. Nelle ultime stagioni Neri Marcorè ha molto frequentato il teatro musicale, esplorando tra l’altro Gaber e i Beatles e costruendo spettacoli che guardano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale. Con “Quello che non ho” siamo di fronte ad un anomalo, reinventato esempio di teatro canzone (sostenuto ed arricchito in scena da tre chitarristi/cantanti dal talento virtuosistico) che, ispirandosi a due giganti del nostro recente passato (De Andrè e Pasolini) prova a costruire una visione personale dell’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali.
Al Teatro Brancaccio è normale ormai assistere a spettacoli di grande levatura intellettuale unita ad una drammaturgia musicata, come in questo caso, con Quello che non ho, interpretato magistralmente da Neri Marcore’. Forse non tutti sanno che oltre ad essere un grande attore, imitatore, se la cava molto bene anche con gli strumenti ed è un bravissimo cantante. Cosa dire, se non belle parole per questo spettacolo di intrattenimento allo stato puro con le stupende canzoni di Fabrizio De Andre’ e accompagnato dal magnifico trio costituito da Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini. Una serata magica, all’ insegna del teatro e della musica. Complimenti!