“Napoli velata” è il nuovo film, di genere thriller, del regista turco Ferzan Ozpetek, in uscita nelle sale dal 28 dicembre, con Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Anna Bonaiuto, Peppe Barra, Biagio Forestieri, Lina Sastri, Isabella Ferrari, Luisa Ranieri, Maria Pia Calzone, Carmine Recano, Angela Pagano, Loredana Cannata, Maria Luisa Santella. Il film è incentrato sulla figura femminile di Adriana (Giovanna Mezzogiorno), una donna borghese, stimata professionista, che si ritroverà travolta dalla passione verso un uomo misterioso (Alessandro Borghi) e da un delitto che sconvolgerà la sua vita.
«Sono ritornata a lavorare con Ferzan Ozpetek dopo “La finestra di fronte” del 2003 –ha dichiarato Giovanna Mezzogiorno – e mi sono da subito innamorata nel film del personaggio di Adriana, che vive una storia d’amore profonda, diversa e che in seguito a un avvenimento molto traumatico del suo passato perde il contatto con la realtà. Perché le persone a noi care, anche se materialmente non ci sono più, continuano a vivere dentro di noi se non smettiamo di amarle. È un ruolo complesso che abbraccia molti aspetti della femminilità, quali la passione fisica, la solitudine, il disagio mentale».
«Dopo che sei anni fa ho diretto “La Traviata” al San Carlo di Napoli – ha sottolineato il regista Ferzan Ozpetek – mi sono lasciato ammaliare dalla bellezza e dalla magia di questa città, che per me rappresenta l’immagine della vera cultura italiana, molto diversa da quella raccontata in “Gomorra”. Nella “figliata”dei femminielli (la simulazione di un parto), durante la messinscena, si alza un telo semitrasparente, che mi ha dato lo spunto per il titolo del film, ma anche nella Farmacia degli incurabili e nell’Opera del “Cristo Velato” il velo ritorna ad accentuare, senza nascondere la bellezza dell’opera».
Caratterizzano il film, atmosfere molto rarefatte, scene girate di notte, in case molto sfarzose della Napoli bene. Il film vuole essere una metafora su Napoli, in cui il regista ne ha voluto esaltare la sofferente bellezza, ma anche le evidenti storture, attraverso gli occhi delle donne che animano la storia del film, perché Napoli è anch’essa femmina, ferita ma vitale, sempre sospesa tra sacro e profano, tra antico e moderno, perché in essa convivono tante diverse realtà non sempre visibili a un occhio poco attento. Ozpetek ha scritto la sceneggiatura con Gianni Romoli e Valia Santella, mentre le musiche sono state curate da Pasquale Catalano. Tra i brani presenti nella colonna sonora ricordiamo “Vasame” di Enzo Gragnaniello e la splendida “Tanos” di Lino Cannavacciuolo. “Napoli velata” è da vedere anche più di una volta per capirne appieno il profondo significato.