Presentato alla stampa “L’Immortale”, il film che segna l’esordio alla regia di Marco D’Amore e che lo vede anche in veste di protagonista. La pellicola (prodotta da Cattleya con Vision Distribution – in collaborazione con Sky TimVisione e Beta Film) sarà in distribuzione partire da oggi, giovedì 5 dicembre, in 464 sale italiane.
«Calarmi nel personaggio di Ciro di Marzio è stato per me frutto di un lavoro di introspezione intenso e ossessivo – ha esordito Marco D’amore- riuscendo a realizzare questo film, grazie alla fiducia accordatami dalla Cattleya e Vision Distribution. Questo personaggio da tragedia greca ci insegna a non emettere giudizi affrettati sull’operato altrui, a essere più tolleranti e comprensivi, dando maggiore attenzione al mondo dell’infanzia».
L’immortale vuole rappresentare l’ascesa e morte del boss di Secondigliano Ciro Di Marzo (Marco D’Amore), che attraverso la morte trova la liberazione dal suo ingombrante passato caratterizzato da privazioni e lutti. Dopo un attentato dal quale esce miracolosamente illeso, viene mandato dal suo capo Don Aniello (Nello Mascia) a Riga in Lettonia per seguire traffici illeciti e fare da tramite con i Russi. Ciro Di Marzio prende contatto con i magliari del posto, incontrando Bruno (Salvatore D’Onofrio) che gli ha fatto da padre da bambino rimasto orfano, insegnandogli a non fidarsi di nessuno e a non aver paura di nulla. Il film, pur affrontando il difficile tema dell’infanzia abbandonata, non fa leva sul facile pietismo, sottolineando che nella vita c’è sempre la possibilità di scegliere, il difficile è poi tornare indietro. Inizia così la carriera criminale di questo personaggio shakespeariano, razionale, glaciale, sanguinario capace di fare propri i temi universali quali la fragilità umana, il giudizio morale, la brama di potere.
«L’immortale si sviluppa in parallelo con la quarta stagione della fortunata serie televisiva ”Gomorra” – ha sottolineato il presidente della Cattleya – che ha proposto una forma di linguaggio cinematografico e televisivo innovativa. Ora il cinema con l’industria dei prototipi crea un personaggio destinato a diventare una “serie” senza per questo banalizzarlo, coinvolgendo e tenendo sempre desta l’attenzione del pubblico. Il film seriale oggi è entrato nella dimensione epica della favola, nella quale il pubblico può rispecchiarsi emozionandosi, sempre con un pensiero libero e indipendente. Il successo di Gomorra, a prescindere dagli aspetti di cronaca e di costume, raccontando storie conflittuali e forti, ha dato immensa notorietà alla Città di Napoli che è diventata ambito set cinematografico internazionale».
L’immortale è un ottimo lavoro corale fatto da figure dotate di profondità e caratterizzate efficacemente sia nel bene che nel male, vittime e carnefici allo stesso tempo. Una nota di merito a Ciro da bambino (Giuseppe Aiello), Bruno da giovane (Giovanni Vastarella), Vera (Marianna Robustelli), Stella (Martina Attanasio), Virgilio (Gennaro Di Colandrea), Don Aniello (Nello Mascia), Yuri Dobenshenko (Aleksei Guskov), Nunzio (Nunzio Coppola), O’ Mierlo (Salvio Simeoli). Paesaggi tetri, spettrali, cupi, periferie degradate ben sottolineano la claustrofobica realtà nella quale vivono i personaggi, tesi a sopravvivere e a ricostruirsi giorno per giorno malgrado il destino avverso.