Sarà presentato giovedì 5 dicembre alle ore 20.30 al cinema Vittoria in “Nati 2 volte”, un film di Pierluigi Di Lallo, con protagonisti Fabio Troiano, Euridice Axen e Marco Palvetti e che vede, nel cast, Rosalinda Celentano, Daniela Giordano, Vittoria Schisano, Riccardo Graziosi, Gabriele Cirilli, Umberto Smail, Nini
Salerno, Francesco Pannofino, Morena Gentile, Tiziana Di Tonno, LauraD’Annibale, Eleonora Pieroni, Matteo Bompani, Diletta Laezza e Luigi Imola.
La pellicola è prodotta dalla napoletana “Green Film” di Manuela Montella, Pasquale Fernicola e Salvatore Scarico.
La sinossi: nel 1989 la famiglia Di Tullio, temendo il giudizio di una piccola cittadina dalla mentalità provinciale e non riuscendo a comprendere i desideri
della loro figlia adolescente che vuole cambiare sesso, decide di trasferirsi a Milano, una città che non li conosce e soprattutto non li giudica. Lì, lontano dagli occhi di tutti i suoi cari, Teresa intraprende quel lungo percorso che la porterà alla transazione di genere “F to M” e a diventare Maurizio. Dopo venticinque anni, Maurizio/Teresa che ormai ha una nuova vita in un’altra città, è costretto a tornare al suo paese natale, a causa della morte della madre Angela. Al suo ritorno, si scontrerà per l’ennesima volta quel passato ingombrante mai dimenticato.
«Nascere in un corpo che non senti tuo è un dramma che interessa sempre più persone in Italia – afferma il regista Di Lallo – inoltre, per i pochi fortunati che riescono – dopo sofferenze fisiche e morali inenarrabili – a compiere la transizione verso il genere a cui sentono di appartenere – come il protagonista Maurizio – il calvario non è finito: c’è da affrontare il pregiudizio della gente, l’arretratezza burocratica di uno Stato che non ha ancora varato una normativa esaustiva che li tuteli, ma soprattutto ci sono da superare i fantasmi delle proprie insicurezze, dovute alle scorie di una vita passata a nascondersi dai risolini e dalla violenza non solo verbale delle persone che sono loro più vicine. A me interessa soprattutto indagare questa zona d’ombra, perché mi sembra facilmente assimilabile all’esperienza spicciola di ogni essere umano: la paura dell’altrui giudizio che spinge a fare o dire cose che poi si ritorcono contro; la scelta di rimanere nell’ambiguità per timore di come gli altri possano reagire alla verità. E ho scelto di farlo con i mezzi della commedia perché ritengo che le più grandi verità acquistino maggiore rilievo se dette con un sorriso. “Ridentem dicere verum” scriveva il poeta Orazio. “Nati 2 volte” farà ridere, emozionare, riflettere. E mi auguro che possa aprire uno spazio di discussione libero da pregiudizi di sorta sull’odissea quotidiana a cui è sottoposto un transgender nel nostro paese».