Un americano naturalizzato in Italia che canta classici della tradizione natalizia internazionale: un traguardo che Sergio Sylvestre, il big man del pop che ha trionfato ad Amici 15 ed è passato al Festival di Sanremo 2017 col brano Con Te (scritto da Giorgia) , taglia in questi giorni. Esce infatti BIG CHRISTMAS, un Christmas album prodotto da Diego Calvetti che raccoglie classici natalizi come “Let It Snow”, “White Christmas”, “Santa Claus Is Coming To Town”, “Have Yourself a Merry Little Christmas” e un inedito e trascinante medley di “Jingle Bells” e “Jingle Bell Rock”. Sergio si esibisce anche in versioni gospel di “I Will Follow Him” (resa popolare con arrangiamento gospel dal film Sister Act) e “Oh Happy Day” e una struggente ed emozionante versione di “Hallelujah”.
Sergio come erano i tuoi Natale in America e come sarà questo terzo natale italiano?
«Mi ricordo l’ansia di scartare i regali di noi tre fratelli e un’atmosfera di festa assoluta. Mia madre è messicana e mio padre era haitiano, c’era un’unione di culture in casa che rendeva tutto particolare. Quest’anno i miei verranno qui in Italia e trascorreremo le feste assieme».
Cosa farete?
Beh, ascolteremo il disco! E poi da Lecce, dove vivo, voglio far vedere loro tutta l’Italia che amo, da Milano a Roma. Il dolore per l’assenza di papà, che è mancato a maggio, verrà colmato dal loro arrivo. Sono un coccolone, ho bisogno della compagnia e della cucina di mamma.
Che anno è stato?
«A parte il lutto è stato un anno di progressi ed elaborazioni. Ho scritto un libro dove per la prima volta ho raccontato cose molto pesanti della mia crescita. Parlo di abusi, bullismo. Spero che qualcuno possa trarne giovamento e non fare come me che ho tenuto tutto dentro perché pensavo fosse sbagliato parlarne. E poi è stato l’anno in cui ho ripreso a scrivere».
Che direzione stai prendendo?
«Al momento ho gettato via un bel po’ di cose che ho scritto perché io voglio coinvolgere con la mia musica non voglio annoiare. E invece mi sono venuti solo pensieri molto seri e tristi. Voglio ci sia un bilanciamento. Ma in futuro immagino mi tornerà la vena festaiola, è solo che al momento sto ancora elaborando delle cose, ci vuole tempo».
Il tuo regalo più ambito?
«Non sono un amante di cose materiali magari il regalo grandioso sarà avere la mia famiglia per Natale. Lo stile americano non è stato mai nei miei ricordi la cosa più forte perché ho sempre vissuto un mix culturale, è molto commerciale come feeling, qui c’è cultura. Mio padre mi diceva sempre: ricordati di essere felice. E forse anche questo è il mio regalo a cui aspiro».
In Italia come ti trovi?
«L’atteggiamento che avete è davvero unico, avete una lingua così dettagliata, avete una parola per l’amore e una parola per l’affetto, noi diciamo sempre I love you. La cultura è una cosa fantastica, non voglio più andar via, Los Angeles è bella ovviamente ma qui ho trovato un Paese che non assomiglia ad altri. A Lecce mi sento a casa, il Salento mi ha rubato il cuore».
I ragazzi ti ascoltano molto. Di cosa parlate attraverso i tuoi canali social?
«Le provocazioni non possono essere combattute col fuoco. Io dico ai ragazzi di essere d’aiuto gli uni con gli altri. E se vi dicono cose spiacevoli su Facebook rispondete con un sorriso. Con un “ti voglio bene”, vedrete che le cose andranno meglio».