Nasce la “Compagnia stabile di tradizione”, un progetto teatrale che mira a portare avanti il grande teatro di tradizione della cultura napoletana, fortemente voluto dall’attore Gigi Savoia coadiuvato da Renato Di Rienzo, con la collaborazione della famiglia Caccavale che ha messo a disposizione della compagnia il teatro Politeama.
«In vista del suo rilancio dopo una fase di riammodernamento– spiega Giuseppe Caccavale- il teatro continua in questo modo un percorso nel solco della tradizione napoletana e del lancio di nuovi giovani artisti partenopei che si cimentano con il teatro di tradizione.»
La “Compagnia stabile di tradizione” nasce proprio con questo arduo compito di proseguire e portare avanti la tradizione dei maestri della cultura napoletana da Petito a Scarpetta a Eduardo a Viviani. L’iniziativa sostenuta dal comune di Napoli con l’intervento dell’Assessore alla Cultura Alessandra Clemente che sottolinea come questo tipo di intervento «ha saputo interpretare al meglio un’esigenza di giovani che vogliono vivere l’arte».
Il promotore del progetto Gigi Savoia, che si avvale della collaborazione del professor Ettore Massaresi ha spiegato come i “maestri” del teatro sono stati i suoi punti di riferimento e che sempre attraverso la tradizione si giunge al teatro di sperimentazione, citando Leo de Bernardinis e Tony Servillo come esempi di questo tipo di percorso. Sottolinea, inoltre, l’ironia e il messaggio sociale che c’è nei testi della tradizione che non deve essere sottovalutato.
Il testo Tre pecore viziose classico di Eduardo Scarpetta, inaugurerà il ciclo per poi proseguire con altri tre lavori nel 2016, e sarà messo in scena dal 5 dicembre al 6 gennaio da Graziella Marina, Pippo Cangiano, Francesco Ruotolo lo stesso Gigi Savoia e dalla Compagnia stabile di tradizione formata da Valeria Ariota, Gerardo Considerato, Viviana Cangiano, Raffaele Milite, Camine Iannone, Antonella Prisco, Anna D’Auria, Chiara Mazza, Rosario Sannino. Le musiche sono di Alessandro Tumolillo i costumi di Fortuna Di Domenico e le scene di Giuseppe Zarbo, la regia è di Marco Kretzmer. Il testo fu scritto nel 1881 e rappresentato per la prima volta al Teatro San Carlino di Napoli e come tutti i testi scarpettiani basa la sua comicità sugli intrecci e gli equivoci tipici della commedia dell’arte.