Ieri, 23 aprile 2015, al cinema Modernissimo di Napoli, Nanni Moretti ha presentato al pubblico partenopeo il suo ultimo film: “Mia Madre”.
Il regista è entrato in sala dopo la prima delle due proiezioni della sua pellicola quasi incurante degli applausi, affrettandosi però a raggiungere il palco per spiegare agli spettatori che il motivo del ritardo era nella sua idea fallimentare di aver scelto di venire a Napoli in macchina.
La presenza fisica di Moretti in sala ha fatto registrare al Modernissimo un sold out per l’unica proiezione in programma, motivo per cui l’organizzazione ha deciso di inserirne una seconda pomeridiana.
Tantissimi i ragazzi presenti in sala, fattore che ha molto colpito il regista, tantissime però anche le domande un po’ troppo costruite e le osservazioni banali e pompose a cui Moretti ha replicato in maniera accomodante e sarcastica.
Nel corso di entrambi i dibattiti, l’attore ha condiviso con il pubblico oltre una decina di scene inedite del film, mostrando anche dei fuori onda che sono stati molto utili per comprendere il dietro le quinte di un lavoro maniacale.
«Dei miei film si apprezza molto la spontaneità. – ha spiegato Moretti – Personalmente però credo che esista una profonda differenza tra spontaneità e autenticità. Per moltissime scene non è possibile essere spontanei, ma questo non impedisce all’autenticità di rivelarsi ugualmente.»
Ancora, l’artista ha sottolineato, così come accade nel film che “non prende in giro gli altri, ma solo se stesso”, che “non ce l’ha con nessuno all’infuori di sé”.
Ciò che ha accomunato le domande rivolte a Nanni sia nel primo che nel secondo confronto è stata la loro estrema serietà, pesantezza che Moretti ha stroncato con la sua accondiscendenza e anche presa in giro dei presenti in sala.
Commozione in entrambi i dibattiti nel momento in cui il regista ha ricevuto due testimonianze diverse di ex alunni della madre scomparsa qualche anno fa, madre su cui è, per l’appunto, incentrata la pellicola.
Generazioni a confronto: nella proiezione pomeridiana era presente un’alunna sessantenne, nella seconda un alunno quarantenne.
Riguardo le testimonianze Moretti ha commentato: «Alle volte viviamo le persone così da vicino da non riuscire a capirle nella loro totalità. Questo è ciò che è successo con mia madre. Riscoprire una parte di lei a me sconosciuta attraverso le testimonianze di suoi alunni che ho avuto l’opportunità di conoscere nel corso degli anni, alunni che sono presenti poi anche nel film, è stato per me affascinante e doloroso allo stesso tempo.»
Nanni non si dilunga molto a raccontare la sua storia, risponde a molte domande con precise affermazioni concludendole però sempre allo stesso modo, un modo che è l’unico che riesce a racchiudere Moretti, il suo ultimo film e tutti i suoi lavori precedenti: «Questo è quello che penso, ma non so se sono poi così d’accordo con quello che penso.»