Dopo il suo successo al cinema di “Troppo napoletano”, il film prodotto da Alessandro Siani approda a teatro in versione musical.La commedia sarà in scena al Teatro Augusteo fino a domenica 26 febbraio. Prodotta da Best live e scritta e diretta da Gianluca Ansanelli, “Troppo napoletano” – oltre a Gigi e Ross, Gennaro Guazzo e Giorgia Agata – nel cast anche Luigi Attrice, Alessandro Bolide, Nicoletta D’Addio, Cristiano Di Maio, Gennaro Di Biase, Ivan Fedele, Loredana Simioli, Ester Gatta, Ciro Villano, e con la partecipazione straordinaria di Valentina Stella, che canterà le canzoni scritte da Alessandro Siani e Bruno Lanza. La prima dello spettacolo ha visto un successo senza precedenti. Un pubblico numeroso e soddisfatto ha lasciato ieri le sale con un sorriso a trentadue denti.
Interpretazioni eccellenti e scenografie ben curate hanno regalato agli spettatori due ore di uno spettacolo creativo e dinamico.
La cura degli abiti, alcuni dei quali prodotti Eles Couture, un nuovo brand nel mondo del fashion creato dall’estro e dalla fantasia di Ester Gatta, che nella commedia interpreta la professoressa di Ciro, una scenografia vivace, così come i testi ben curati, le musiche a cura di Alessando Siani, hanno fatto sì che l’opera godesse di una contestualizzazione che non lascia scampo ad interpretazioni: è una Napoli in bilico tra realtà e finzione, la culla dei ricchi e dei poveri, il luogo dello stereotipo più comune, quello del “napoletano doc”, che riesce a riscattarsi solo attraverso la genuinità di un bambino di dieci anni.
D’altronde la vera Napoli è stata sempre raccontata meglio attraverso un occhio ironico, che guarda alla complessità solo attraverso la semplicità delle storie di ognuno di noi.
Intervista a Rosario Morra, in arte Ross
Come mai “Troppo napoletano”?
«Interpretando il pensiero dell’autore, credo sia stato scelto per raccontare una storia di diversità tra le “due Napoli” che fanno poi riferimento ad un’unica realtà».
Credi che davvero esista una differenza così netta tra le “due Napoli”?
«Secondo me no, il DNA è quello napoletano».
Nella vita reale sarebbe pensabile credere ad un amore tra due ragazzi così differenti per contesti?
«Ma sì, assolutamente. Ho vissuto in diversi contesti, e come me tanti altri. Siamo “camaleontici”, abitare nel centro storico o abitare a Posillipo, a San Martino, fa poca differenza. Sono più gli occhi delle persone che ci guardano con occhi diversi».
Che riflessione credi voglia suscitare questa commedia ?
«Una storia, raccontata attraverso i bambini mira sempre a suscitare una qualche riflessione. I primi inneschi morosi che possono esserci tra bambini, possono essere una nuova chiave di lettura, che guarda all’amore con occhi diversi, quelli infantili. Ma la riflessione è pur sempre personale, lascerà ad ognuno una considerazione soggettiva».
Qualche bel momento durante le prove che vuoi raccontarci?
«Questa è stata una compagnia molto eterogenea. È stato come se ci conoscessimo da sempre. In effetti con alcuni sì, ci conosciamo dai tempi di “Made in sud”. Altri invece li ho conosciuti direttamente sul set, ma siamo subito diventati amici. Le prove sono state dure ma piacevoli allo stesso tempo. Ricordo col sorriso di tutte le notti, alla fine delle prove, in cui abbiamo pranzato, cenato e fatto colazione. Siamo diventati una famiglia».