Nell’elegante e accogliente galleria Blu di Prussia, fino al 6 febbraio, possiamo immergerci nel mondo dell’artista Cristiano Carotti, classe 1981. Salendo le scale, nel salone, troviamo come in un’opera metafisica, una gondola a tutti gli effetti ma non quella romantica da cartolina bensì con cannone e armi da guerra presentata, site specific, all’ultima Biennale di Venezia allo Squero San Trovaso. L’opera, intitolata Black Swallow-V14, è il relitto di una vecchia gondola veneziana restaurata e trasformata a mano dall’artista in un’imbarcazione da guerra, armata e blindata, che porta sullo scafo i segni inequivocabili della battaglia. La volgarità della società contemporanea infatti contamina le passioni e annulla gli ideali, tenta di affondare la gondola che protegge l’etica dell’arte opponendosi all’assalto delle leggi del mercato e denunciando l’uso indiscriminato della violenza nella società d’oggi.
L’installazione è scura e profonda contrastando, di netto, tutto il resto delle suggestive opere che sono un’esplosione, una guerra di colori e violenza cromatica lanciata, agglomerata in quadri e lavori in gesso. Questi ultimi sono realizzati con le tecniche ortopediche proprio per essere come ingessature sulle quali apporre affettuosamente la propria firma. Solo che qui sono armature post belliche con le testimonianze dello scontro.
Qui, un nuovo inno si diffonde, non più “mettete dei fiori nei vostri cannoni” ma “all colors are bautiful”.