«Ogni volta che uno straniero si trova a raccontare e mostrare a noi napoletani la nostra città, devo ammettere che con i suoi occhi riusciamo a vedere una Napoli che non conosciamo». Con queste parole il professor Guido D’Agostino ha presentato la mostra “Miti e riti campani nell’arte di Barbla e Peter Fraefel” che resterà al Palazzo delle Arti di Napoli fino al prossimo 11 ottobre.
Lo storico D’Agostino e gli artisti Barba e Peter Fraefel hanno incrociato i loro percorsi quasi per caso alcuni anni fa e il pezzo di strada in cui si sono ritrovati a camminare insieme è presente anche in una delle opere presenti alla mostra.
«Non si può dire – ha continuato il professore – cosa si può vedere e non di questa mostra e nemmeno come vederlo. Andy Warhol quando parlava dell’arte contemporanea diceva una cosa molto semplice: o piace o non piace. Ecco, per questo viaggio tra i miti e i riti campani utilizzo la medesima citazione.»
D’Agostino ha poi sottolineato quanto sia per lui stupefacente ogni singolo lavoro presente alla mostra, stupefacente in quanto “facente stupore”.
Barbla e Peter sono riusciti, secondo l’occhio attento dello storico, a raccontare una Napoli spesso dimenticata trasfigurandone ogni luogo.
Ciò che indissolubilmente lega il professore a Barbla è la storia tra il Vesuvio e la Sirena Partenope: una passione di cui D’Agostino parlò all’artista che, restandone coinvolta e affascinata ha visivamente rappresentato in una sua opera questo amore basato sull’immobile distanza.
«Oltre dieci anni racchiusi in questa mostra – continua lo storico – una decade in cui troviamo non solo miti e tradizioni, ma soprattutto il rapporto dei napoletani con questi ultimi. L’occhio dei Fraefel è ciò su cui basiamo la nostra interpretazione della realtà.»
«”Miti e riti campani” è sicuramente testimonianza viva di uno straordinario amore per il sud e – conclude D’Agostino – testimonianza dell’identità di Napoli. La nostra città ha un’identità che non si può non riconoscere.»
II professor D’Agostino non si perde in inutili retoriche per invitare a visitare la mostra: bisogna godere dell’arte e abbandonarsi ad essa.