Lutto nel mondo della musica: è morto stamane il pianista Ezio Bosso nella sua casa di Bologna. L’artista aveva appena 48 anni e dal 2011 combatteva contro una malattia neurodegenerativa dopo essere stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico al cervello per un tumore.
Nato a Torino nel 1971, si avvicina alla musica all’età di quattro anni, affascinato dal pianoforte e dagli insegnamenti di una zia pianista e del fratello musicista. A 12 anni già compone alcuni brani di musica classica e 16 anni il suo primo concerto in Francia e inizia le sue tournèe in Europa con prestigiose orchestre perfezionandosi a Vienna. Vince prestigiosi riconoscimenti internazionali e compone anche le colonne sonore dei film Io non ho paura, Quo vadis baby? Il ragazzo invisibile.
Dalla primavera del 2017, Bosso è testimone ed ambasciatore internazionale dell’Associazione Mozart 14, eredità ufficiale dei principi sociali ed educativi del celebre direttore d’orchestra scomparso Claudio Abbado.
Tutti lo ricordiamo al Festival di Sanremo nel 2016 in qualità di superospite dove presenta il brano Following a bird ricevendo una meritatissima standing ovation non solo per la canzone ma per l’emozionante discorso di accompagnamento. Eccone alcuni stralci: «Ricordatevi che la musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme. La musica è una fortuna e, come diceva il grande maestro Claudio Abbado, è la nostra vera terapia». E riferendosi al brano proposto: «Mi fa riflettere sul fatto di perdersi per imparare a seguire. Perdere i pregiudizi, le paure, perdere il dolore ci avvicina. Noi uomini tendiamo a dare per scontate le cose belle. Ma non è così. Dobbiamo essere sempre pronti a ricominciare, a guardare con occhi nuovi il mondo che ci circonda e solo così saremo veramente liberi”.
In una sua ultima intervista rilasciata qualche giorno fa a Giuseppina Manin per il Corriere della Sera alla domanda: quale è la sua voglia matta dopo l’isolamento forzato per la pandemia da coronavirus, ha risposto: «Abbracciare gli amici. Di natura sono timido e riservato e con il corpo ho un approccio particolare. Non abbraccio chiunque, solo chi amo. Sempre avvolgendolo totalmente. Questa astinenza forzata mi pesa. Sarà interessante ritrovare un rapporto fisico. Magari ci sarà un po’ di imbarazzo magari un po’ di paura. Ci metteremo a ridere o ci spunteranno le lacrime. Non so come sarà. Ma qualsiasi cosa sia sorrideremo. Felici di essere vivi». Parole segnate da un ottimismo e da una voglia di vivere forte e struggente. CIAO, CARO MAESTRO!