“Mondocervello” è il titolo del nuovo lavoro discografico di Santino Cardamone, registrato e mixato da Andrea Rovacchi presso il Bunker Studio di Rubiera e prodotto da Manita Dischi. Il disco rivela un nuovo volto di Cardamone. Un inno alla vita in cui la chitarra acustica insieme alla sua voce, si incontrano con la batteria di Francesco Praino, il basso di Mimmo Crudo, la batteria e le percussioni di Rosario Ceraudo, le tastiere e chitarre di Domenico Scordamaglia.
“Mondocervello” arriva a distanza di tre anni dal precedente “Uomini ribelli”, un disco pubblicato nel 2015, anno in cui Santino partecipa ad X Factor, impressionando pubblico, giudici e in particolare Elio che lo vuole l’anno seguente a StraFactor insieme a Cecco e Cipo e Van Houtens. Da quel momento nuove opportunità si presentano nella vita del cantante calabrese: dalla partecipazione, nel 2016, al concertone del primo maggio in Piazza San Giovanni all’apertura dei concerti di Irene Grandi, Luca Carboni, fino al Modena City Ramblers, ricordando la sua performance insieme al celebre cantautore Luigi Grechi (fratello di Francesco De Gregori).
Oggi, a due anni di distanza, Cardamone torna sulle scene con Mondocervello (Audioglobe). Un album composto da dodici tracce dai toni maturi, che ci trasferiscono un linguaggio sonoro più malinconico e complesso. Un lavoro che accoglie la riflessione sociale, l’amore e la leggerezza in un andamento energico, accarezzato però da una maggiore consapevolezza delle melodie. Si parte con Irene: “Il suo corpo che lei tanto odiava. Irene mangia poco è tanto magra, salta la cena ma poi si guarda un film alla tivù. Imparerà, capirà o se ne sbatterà prima che la vita potrebbe non perdonarla più”. Un pezzo dai toni palpitanti che descrivono in modo “saltellante”, la storia toccante di una giovane trentenne divorata dall’anoressia. “Ci incontreremo da qualche parte noi due, in un mondo inventato o da inventare”. Esordio sognante alle prime battute di Mondocervello. Il brano che dà il titolo all’album esprime la costruzione di un mondo libero “ah quanto sei bella fantasia, tu che giochi con il diavolo donna di amata follia, tu che vivi nel mondocervello con la tua magia”. E così che Santino Cardamone inneggia nella title track l’unione del sogno e della fantasia, all’idea di un universo un po’ magico, in uno sviluppo di chitarra acustica e mandolino, malinconici ed insieme vivaci. Un incontro di percussioni e chitarra acustica riconosciamo in Serenata in re maggiore. Un pezzo pieno di calore e sentimento, che accorda una melodia decisamente più leggera. Mostrano decisamente un’anima intima le note di Anima sincera. “Ilaria riflette con le spalle al muro, beve un caffè pensando al suo futuro, nei suoi obiettivi c’è il piano di fare l’ingegnere a Milano. Ilaria sogna un uomo che la prenda per mano e che la faccia sentire importante, donna tradizionale è quella che sogna l’amore”. Una dedica all’attuale compagna del cantante, in cui si ascolta la storia di una giovane ragazza, le sue paure, le fantasie, i desideri, in un crescendo vocale virante. Una riflessione sociale descritta in note, con modalità leggera è L’amore ai tempi di Facebook. Santino Cardamone porta in musica un tema assai discusso. Si prosegue con Canzone per Samuele, in cui i colori della musica descrivono la durezza della malattia, quella della leucemia che si impossessa del corpo di Samuele. Cuore di marmo è un testo struggente che racconta il femminicidio. “Cuore di marmo aveva un debole per la cocaina, cuore di marmo doveva andare a vivere a New York, non doveva sottovalutare l’atto folle d’amore, mentre la uccidevo”. Timbrica acustica e voce graffiante quasi come quella di chi vorrebbe lasciare un segno, ascoltiamo in Chitarra blu. L’accettazione di una storia d’amore finita, l’invito a chi ha preso il proprio posto di starle vicino anche quando non vuole fare l’amore, di amarla come se non ci fosse un domani, rinnovare le attenzioni, proprio come si canta nel testo. Si prosegue con Jambo, un puzzle di note che compongono un inno alla vita. Un invito a ridere, a sorpassare le paranoie, i momenti di tristezza. Una chiave propositiva dunque che si coglie nei testi di Mondocervello, sebbene si tratti di testi attenti alle difficoltà della società. “Quanto è meravigliosa la vita, quanto è bello essere un fiore, una stella che guarda il mare, una musica da cantare”. Ritmi di ballata accogliamo in Dio. Le sensazioni che toccano mente e cuore conducono ad una riflessione a metà strada tra un Dio umano e quello biblico in una chiave che mantiene il suo spazio di vitalità. Segue il brano dal titolo Mauro: “Mauro non vive più da quando è risultato positivo all’Hiv…Mauro guarda che il sole splende ancora, con una nuova apertura per te”. Con questa canzone, l’artista torna a mettere in musica il rapporto difficile di un essere umano, dal momento in cui dovrà affrontare il percorso della malattia. Il “rumore” strumentale caratterizza Donna di Rovigo, il pezzo che chiude il disco. Un brano in cui si ritorna ai contenuti leggeri.