Un altro trionfo per il cortometraggio Tsuyako” (2011, Giappone/Stati Uniti, 25 min), che ha vinto come miglior sceneggiatura e come miglior corto della terza edizione del Social World Film Festival a Vico Equense. La regista Mitsuyo Miyazaki ha raccontato splendidamente con delicatezza e profondità, una storia d’amore tra due donne nel Giappone del dopoguerra, corto che ha girato nella sua città, Osaka.
La curiosità è che “Tsuyako” è il progetto di tesi per la sua laurea all’Università della California del Sud e che ha vinto numerosi premi in tutto il mondo.
Com’è stata l’esperienza di questa sua prima regia?
«Con questa mia nuova esperienza, voglio esprimere l’essenza vera dell’amore tra due donne, credo non sia importante se l’amore intenso, si esprima tra due donne o tra due uomini o tra una coppia formata da un uomo e una donna. “Tsuyako” prende ispirazione da una storia vera, quella di mia nonna, che ho scoperto quando stavo all’ultimo anno dell’università. Tornata in Giappone per il decimo anniversario della morte di mia nonna, scopro una fotografia di mia nonna in compagnia con un’altra donna. Il loro sguardo e quel gesto era qualcosa che trascendeva l’amicizia, quindi, il mio primo pensiero, è stato quello di essere onesta nei confronti di queste due donne e di rendere la loro storia al meglio, offrendo a mia nonna quella libertà che non ha mai avuto in Giappone. È stata questa la cosa più importante nella mia prima esperienza registica.»
Cos’ha provato quando ha fatto questa scoperta su sua nonna?
«La prima impressione che ho avuto quando ho trovato la fotografia è stata quella di sentire un sentimento puro, l’amore puro, pur non sapendo se effettivamente mia nonna fosse lesbica e se quella fosse la sua compagna. Mia nonna ha sempre portato i capelli corti e i jeans larghi, rifiutando quella cultura giapponese ossessivamente femminile. “Tsuyako” è stato lo spunto, affinché potessi raccontare la storia di tante e tante persone omosessuali che ho incontrato e conosciuto e che non potevano dichiararsi poiché vivevano in Giappone. Ho voluto concentrarmi su questo perché sono convinta della purezza dell’amore in tutte le sue forme.»
Che riscontro sta avendo questo suo cortometraggio?
«Il corto ha riscosso e continua a farlo un grande successo, sia da parte della critica, sia del pubblico. In tutti i paesi e i festival cui l’ho presentato ho vinto decine di premi e riconoscimenti. Sono più di sessanta festival nel mondo, di cui solo un 30% avevano come tema l’amore lesbico e gay. “Tsuyako” è molto amato ed io sono felice e onorata di tutta questa attenzione.»
Ha già un soggetto per un prossimo film?
«In questo momento sto in una fase di apertura a tutti gli stimoli possibili, non voglio precludermi nessuna strada, ma tenere aperte tutte le porte possibili, per poter prendere ispirazione per il mio prossimo film.»