Mirko Signorile è stato considerato uno dei pianisti più interessanti del panorama musicale italiano, lo scorso anno ha stupito per l’ennesima volta il suo pubblico grazie al suo ultimo lavoro “Magnolia” e adesso, finalmente arriva allo Zurzolo Teatro Live di Napoli per presentarlo insieme alla sua nuova formazione composta da Giorgio Vendola al contrabbasso, Cesare Pastanella alle percussioni e Fabio Accardi alla batteria. Un lavoro dal sapore d’Africa, musica felliniana dalle essenza jazz e reminescenze rock. Un live che preannuncia i due appuntamenti del 15 e 16 febbraio, due incontri ricchi di note pronte a meravigliarsi e soprattutto … a meravigliare.
Arrivi a Napoli dopo un anno dall’uscita del tuo lavoro, come mai tutto questo tempo?
«Sono stato impegnato con altri progetti, ora che ci penso sono tornato a Napoli per suonare al Teatro San Carlo a novembre in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Adesso finalmente ci torno con Magnolia che è il punto di riferimento di questo nuovo quartetto. Suoneremo live anche pezzi di “Clessidra”, ma si può dire che a sugellare il nostro rapporto artistico è stato proprio quest’ultimo cd.»
E così, anche dal vivo parlerai e soprattutto suonerai di questa bambina chiamata “Magnolia” …
«Si, cercherò di rappresentare l’immagine di un mondo meraviglioso. Queste composizioni si basano sulla capacità di guardare lo stesso mondo con occhi sempre diversi. Ho incentrato le mie attenzione sui bambini in tutto questo lavoro in quanto loro sono gli unici che hanno sempre voglia di conoscere ed esplorare. L’elemento infantile sta nella voglia di sorprendersi e farsi sorprendere da e nelle cose.
Magnolia è il nome della bambina che scopre tutte le tracce, ma è anche il nome di un fiore e questo non è un caso.»
Magnolia però non è l’unico fiore che compare in questo album …
«Ci sono più fiori, più odori, colori e sfumature. Trovi anche la “Rosa del deserto” che è un fiore molto presente in Israele. E poi, trovi anche la Viola che non è solo un fiore, ma anche un colore o ancora uno strumento. Tutto può essere interpretato secondo diverse chiavi di lettura come puoi vedere…»
Viola è forse il pezzo che ha più sfumature in assoluto…
«Anche quando ho composto Viola pensavo a una bambina. Non avevo ancora scelto il titolo fino a quando poi un giorno vidi una bambina che diceva alla mamma che amava il colore viola mentre la madre a sua volta disapprovava questa scelta. Qui da noi il viola non è un colore molto fortunato, ma in oriente rappresenta la sfera spirituale. Ecco che in quel momento realizzai di voler regalare le note già scritte a quella bambina che amava il viola!»
Ti succede sempre così quando si tratta di scegliere un titolo per i tuoi brani?
«No, non c’è un solo modo in cui nascono i titoli. Certe volte mi vengono in mente dopo aver scritto le ultime note. Sento insomma che il brano è finito quando trovo il titolo. Ma altre volte il titolo arriva molto dopo.
Fatto sta che il titolo mi può piacere per il significato, altre volte concretizza un momento che vuole realizzarsi e sostare in quelle note. O ancora, alle volte scelgo i titoli perché oltre al significato mi innamoro dei suoni! Magnolia ad esempio è un suono molto rock: i titoli devono avere le giuste vibrazioni…»
Il brano che in assoluto ho preferito del tuo album è “Il giro della testa”, vero e proprio viaggio mentale direi…
«E’ sicuramente un viaggio mentale, però un particolare anche qui si ha sempre a che fare con i concetti di meraviglia e sorpresa. Ti capita un giro di testa quando incontri all’improvviso la bellezza, che può racchiudersi in un oggetto, in una persona o anche in un’idea! La prima sensazione che provi mentre ti stupisci è una specie di vertigine, la meraviglia porta a perdere l’equilibrio, non credi?»
Continuiamo a parlare di meraviglia e bambini, ma degli adulti? Credi che loro siano ancora capaci di meravigliarsi?
«Io sono un adulto è cerco di non smettere mai di farlo. La sfida della nostra esistenza è quella di non dare mai per scontate le piccole cose. La vita ha significato proprio grazie dettagli elementari e quotidiani. A me sta succedendo tutto questo anche artisticamente: sono in una fase di continua ricerca di stimoli e tutto ciò mi dà sempre quella voglia di esplorare cose che mi sembra sempre di non conoscere!»
Dopo le date di Napoli, quali sono i prossimi appuntamenti già confermati?
«Per un po’ fermeremo il tour, torneremo a maggio con nuove date a Lecce, Nardò e Gioia del Colle. Ci sarà poi un concerto a Milano con il progetto “Locus Mood” con Marco Messina dei 99 Posse, il 22 marzo inoltre suonerò a Bruxelles. Ci sono tantissime altre date, ma non le ricordo tutte. Fortunatamente per qualsiasi informazione adesso abbiamo non solo il sito ufficiale, ma anche la pagina fb!»