Dal romanzo Moka di Tatiana de Rosnay (Edizione francese Héloïse D’Ormesson) arriva nelle sale “Per mio figlio” diretto da Frédéric Mermoud con Emmanuelle Devos e Nathalie Baye, distribuito da Officine UBU.
Diane Kramer ha un’unica ossessione: trovare il conducente dell’auto che ha investito e ucciso suo figlio, devastandole la vita. Con l’aiuto di un investigatore privato, Diane raccoglie alcuni indizi che la portano verso il principale sospettato: una donna bionda proprietaria di una Mercedes color caffè. Con una valigia e poche cose, decide di trasferirsi nella cittadina dove è stata segnalata l’auto incriminata. Dopo giorni di ricerca, Diane risale all’identità della proprietaria dell’auto: Marléne, misteriosa ed elegante titolare di una profumeria del centro. Da quel momento Diane inizia ad insinuarsi silenziosamente nella vita di Marléne, stabilendo con lei un legame particolare. Ma la strada della vendetta si rivela ben presto più tortuosa di quello che pensava, tuttavia Diane è sempre più decisa a farsi giustizia da sola: per se stessa e per suo figlio.
Il regista Frédéric Mermoud a distanza di sei anni dall’uscita del suo primo lungometraggio Complices, torna dietro la macchina da presa per dirigere il suo secondo film “Per mio figlio”, scegliendo come protagonista nuovamente Emmanuelle Devos. «Dopo il mio primo film, ho lavorato nella serie televisiva Les Revenants, dirigendone metà degli episodi della prima stagione. Ma dopo Complices, volevo lavorare nuovamente con Emmanuelle Devos, che ha un posto molto speciale e stimolante nella mia immaginazione. Volevo vivere una nuova avventura cinematografica con lei. E sapevo già che sarebbe stata presente in ogni singola scena. Quando ho scoperto Moka, il romanzo di Tatiana de Rosnay, ho capito che era la storia perfetta per portare questo progetto a buon fine».
Anche Emmanuelle Devos sembra entusiasta nell’essere stata scelta per la seconda volta dal regista. «Frédéric ed io ci siamo capiti fin da subito. Tra di noi c’è un buon dialogo. Mi piacciono molto il suo sguardo benevolo e a volte innocente sulle cose e il suo modo di filmare delle storie così dure senza che siano mai scontate. Dopo Complices, ci siamo ripromessi di fare un altro film insieme; ecco perché ha adattato il libro di Tatiana de Rosnay per me. È passato del tempo tra i due film ma Per mio figlio è arrivato al momento giusto poiché avevo voglia di interpretare un ruolo di questo tipo. La storia di questa donna è complessa e per immedesimarsi era davvero necessario calarsi nei suoi panni. Ma Frédéric non mi ha mai spinto al limite, sono le situazioni che lo hanno fatto. Incarnare un personaggio difficile non è mai faticoso quando ci sono dei buoni intenti e quando ci si intende bene tra l’equipe artistica e tecnica. Ed è più facile essere lì tutti i giorni che andarsene e tornare dal set. Questo permette di restare concentrati e di non perdere mai il filo della storia. Non ho lasciato il set “provata”. Ho sofferto di più all’inizio».
Nel cast del film, nelle sale dal 17 novembre, anche gli attori David Clavel, Diane Rouxel, Samuel Labarthe, Oliver Chantreau, Jean-Philippe Ecoffey, Marion Reymond, Paulin Jaccoud.