Il cantautore e polistrumentista barese Iosonocorallo, classe 1986, propone all’ascolto il suo ultimo brano dal titolo Minh Thai che prende il nome dal primo campione al mondo ad aver risolto il Cubo di Rubik in 22.95 secondi. I temi trattati sembrano apparentemente leggeri e superficiali ma in realtà, il racconto di una serata alcolica finita male diventa il pretesto per spogliarsi delle proprie insicurezze e mostrarsi all’altro per quello che si è veramente, con la tranquillità di chi non teme il giudizio altrui. Noi di Mydreams abbiamo avuto il piacere di intervistarlo e di saperne di più.
Il tuo nome d’arte è Iosonocorallo, al secolo?
«Mi chiamo Roberto ma ormai ho scelto la via del nome d’arte».
Ti puoi definire con 5 aggettivi?
«Empatico, paziente, sfuggente, lunatico, sbadato».
Quando e come ti sei avvicinato alla musica e cosa rappresenta per te?
«Non ricordo precisamente cosa ha fatto nascere in me la passione per la musica ma posso raccontarti che da bambino non mi perdevo una puntata di Bravo bravissimo, un programma condotto da Mike Bongiorno. Mi colpì particolarmente e avrei voluto partecipare pur non sapendo ancora suonare e cantare e da lì capii. Alla fine chiesi ai miei genitori di prendere lezioni di pianoforte e non ho mai smesso. (N.d.r. Roberto ha conseguito il diploma di laurea LLCM presso la West London University College of Music).Negli anni la musica, per me, è diventata incontro e conoscenza in quanto grazie alla musica , ho stretto alcuni dei rapporti più solidi della mia vita».
Quali sono i tuoi artisti di riferimento italiani e/o stranieri?
«Sono cresciuto ascoltando i Nirvana, le Hole e gli Smashing Pumpkins, passando per le icone del jazz come Billie Holiday ed Ella Fitzgerald. In più, non mi è mai mancata una buona dose di rap italiano e non. Non so quanto inconsciamente possano aver influenzato il mio processo creativo ma di certo mi hanno reso quello che sono: un cantante sempre alla ricerca di nuova musica e nuovi spunti senza mai porsi limiti di genere. Nello specifico, in questo progetto, si punta a mescolare un linguaggio cantautoriale fatto di storie vissute e dalle sonorità moderne e commerciali che possano fare da supporto alla tematica di ogni brano. Ci si è ispirati alla spensieratezza indie ritmata dei Glass Animals, alla ritmicità della voce tipica di Jack Harlow e alla spazialità sonora vocale tipica di Elley Duhè».
Come è nato il nuovo singolo Minh Thai, dal titolo un po’ insolito?
«Il brano è stato scritto da me a da Cristina D’Auria, in arte Vienna ed arrangiata da Francesco Cianciola. Con questo brano volevamo distaccarci dalle sonorità del primo singolo pubblicato dal titolo Corallo per dare un taglio più dance».
Quale messaggio contiene il brano e a chi è dedicato?
«A volte è necessario seguire il proprio istinto, vivere la vita fino in fondo per evitare i rimorsi. Molto spesso ci limitiamo nel fare determinate cose per paura delle conseguenze e questo ci porta a dover sopportare uno stato di frustrazione e di paralisi emotiva. Dedico il brano a tutti coloro che come me hanno vissuto momenti imbarazzanti e complicati dopo un bicchiere di troppo. Fondamentalmente a chi ha voglia di divertirsi senza pensare alle conseguenze…per quelle c’è il giorno dopo!».
Quali caratteristiche devono avere i fruitori della tua musica?
«Più che caratteristiche, desidero che si rispecchino in quello che racconto o che perlomeno riescano ad adattare le mie canzoni in base a quello che stanno vivendo o che hanno vissuto».
Quando un tuo primo album di inediti?
«Al momento non è una priorità in quanto mi sto concentrando sui prossimi singoli che pubblicherò da qui alla fine dell’anno».