C’era un tempo quando in Italia si facevano dei film e delle musiche evocative, innovative. Non è l’incipit di un servizio di Vincenzo Mollica ma esattamente quello che ci ha detto Miles Kane, la stella nascente del birt pop presentando il suo secondo disco. Il cd è un bell’album fresco, una versione 2.0 della battaglia Oasis-Blur, molto veloce e suonato con garbo. Miles è un rocker di 27 anni abbastanza timido e poco incline alle digressioni. Gli chiediamo l’essenziale e lui risponde con entusiasmo.
Cosa ti piace così tanto delle colonne sonore italiane?
«Non conosco il vostro pop attuale ma mi ispirano molto queste musiche anni 70. Ho comprato recentemente tutti i volumi di ItalianBeats Compilation di Cinecittà e ne sono affascinato.»
Come ti orienti quando scrivi musica? Ascolti le influenze che ti vengono proposte?
«Questo secondo album, Don’tForgetWhoYou Are, è molto più party oriented del mio esordio nel 2011. Sono andato dal produttore IanBroudie e gli ho detto; voglio fare un disco da sabato sera e mi ha accontentato. Sono rimasto molto contento di come abbiamo gestito la nascita del lavoro, sono stato a casa sua a fare i testi e a cucinare allo stesso tempo! Non si può costringere tutta la creatività in uno studio.»
Broudie ha un passato di carriera al lavoro con alcune leggende del pop inglese, cosa gli chiedi quando parlate?
«Non mi voglio far svelare gossip p cose simili ma mi interessa molto di come questi artisti lavoravano con lui. Che so, Echo and The Bunnymen.»
Ti rivedi nel filone brit pop degli anni 90?
«A me piace scrivere melodie il più possibile cantabili e memorizzabili quindi se è questo approccio oldschool che mi accosta ai grandi degli anni passati…»
Cosa fai per ispirarti?
«La donna, il giorno dopo il primo incontro, la condizione dell’amore quando lo prendi per la prima volta e poi ti lascia. È abbastanza?»
La tua musica sembra molto aperta, i testi a volte dipingono delusioni, perché?
«Mi sono innamorato e non è durata, tutto qui. In un pezzo, , Taking Over, che apre l’album dico anche che quando ti invaghisci di una persona, è come se un altro prendesse il sopravvento su di te. Ma sto già scrivendo nuovi pezzi in tour e vanno diverse tematiche. Vado anche a vedere molte band, più nei pub devo dire che nei grandi spazi e mi diverte sentire cosa cantano gli altri.»
Ci sono due personaggi che ti hanno elogiato pubblicamente. Partiamo con Paul Weller.
«Non posso usare parole per descrivere la generosità e bontà di Paul, è una persona fantastica e un’artista che ha ancora voglia di mettersi in gioco. Spero di diventare come lui.»
Liam Gallagher…
«Non lo conosco benissimo, siamo vicini come gusti ma non come amicizia. Con Alex Turner degli ArcticMonkeys invece ci vediamo quando possiamo e lavoriamo anche assieme. Io da supporto a loro, è una grande occasione.»