Grazie alla Marotta&Cafiero Store, neo libreria situata all’interno del Teatro Bellini di Napoli, giovedì 16 gennaio 2014 il pubblico e la stampa hanno avuto l’occasione di incontrare e dialogare con due grandi nomi del teatro e del cinema italiano: Michele Placido e Sergio Rubini.
I due artisti che in questo momento sono impegnati proprio al Bellini per la rappresentazione del capolavoro di Checov “Zio Vanja”, hanno così presentato e approfondito tutti gli aspetti del loro ultimo lavoro teatrale.
«Questo lavoro è nato da un progetto iniziato da me e Federica Vincenti che già stiamo collaborando insieme alla produzione del “Re Lear”. – Queste le prime parole di Michele Placido. – Mi piace sottolineare che lavoriamo senza i soldi di nessuno, siamo tutti artisti liberi. Con “Zio Vanja” abbiamo rischiato e ci è andata bene. Abbiamo inoltre avuto l’opportunità di poter lavorare con Sergio Rubini, una vera rarità dato che in questo momento è sempre e continuamente impegnato al cinema.»
L’attore ha poi continuato spiegando che: «Tutto è nato dalla nostra voglia di incontraci, un desiderio mio di Bellocchio e Rubini che siamo riusciti a concretizzare senza troppi problemi. Devo ammettere che, occupandomi di regia, era da tempo che desideravo mettere in scena io stesso un testo di Checov, ma poi ho voluto lasciare a Marco la regia.»
«Inizialmente avevi proposto a Bellocchio il testo de “Le tre sorelle”, – ha spiegato ancora Placido, – ma Marco ha optato per “Zio Vanja” in quanto in questo lavoro ci ha visto una contemporaneità maggiore, motivo che ha convinto subito anche Sergio.»
«Si, esattamente: la contemporaneità di “Zio Vanja” mi ha intrigato fin dal primo momento. – Queste le prime parole dell’intervento di Rubini. – Questo testo parla di un futuro incerto, dei nostri figli che un giorno si chiederanno qual è il mondo che gli abbiamo lasciato per vivere o meglio sopravvivere. Ecco quindi che la forza di questo capolavoro sta nell’essere così attuale nonostante sia stato scritto cent’anni fa. Checov parla al cuore delle persone, all’individuo. Con questo testo si evince come il nostro futuro non sia più epifanico. Negli anni settanta ci aspettavamo di sconfiggere il cancro, adesso il futuro è solo un buco nero che fa paura e Checov aveva profetizzato questa nostra situazione già un secolo fa!»
Sergio Rubini e Michele Placido hanno infine anticipato al pubblico che, appena finita la seconda parte della tournée, sempre grazie alla regia di Bellocchio, inizieranno le riprese per la trasposizione cinematografica di “Zio Vanja”. Le riprese avverranno sicuramente nel meridione, ma sarà il regista a scegliere il luogo definitivo.
Questa sera al teatro Bellini ci sarà l’ultima replica dello spettacolo che proseguirà poi per Varese dove sarà in scena al Teatro di Varese il 28 gennaio 2014.