Ho ucciso Napoleone, girato tra Roma ed il Trentino Alto-Adige per sette settimane, è un film intriso di molti generi. In alcuni momenti si ride, in altri si cerca di scoprire dove sta la verità. Il film gioca sul filo sottile dei generi, facendone una commedia
nera intrisa di momenti di thrilling, battute caustiche e momenti di crescita dei personaggi.
Ho ucciso Napoleone, diretto da Giorgia Farina, vede nei panni della protagonista, l’attrice Micaela Ramazzotti: «Ho conosciuto la regista Giorgia Farina al Festivaldi Villerupt, in Francia, a novembre del 2013. Io presentavo ANNI FELICI di Daniele Luchetti, di cui ero stata la protagonista, e lei il suo film d’esordio, la commedia AMICHE DA MORIRE. L’ho incontrata in aereo: la vedevo scrutarmi mentre ero seduta con mio figlio, poi si è presenta ta e durante i due giorni trascorsi insieme in quella manifestazione mi ha detto che stava scriven do una nuova storia insieme a Federica Pontremoli e che pensava a me per il ruolo della protagonista. Mi ha spiegato a grandi linee il progetto e io mi sono molto incuriosita, perché avevo un forte desiderio di fare dei film con le donne. Mi piace molto essere diretta da una regista, sento molto vicino l’universo femminile e gli aspetti in comune come lo sguardo, il tono e il modo di raccontare. Una volta tornate a Roma, Giorgia mi ha dato la sceneggiatura che mi è subito piaciuta: credo di non avere mai visto un film italiano con una protagonista simile, solo una regista giovane e di talento come lei poteva raccontare con quella precisione e quella allegria una donna come Anita. Siamo andate avanti nel progetto e ho scoperto che il film sarebbe stato finanziato da Angelo Barbagallo, un produttore da sempre attento alla qualità di cui ho amato tanti progetti coraggiosi e allora mi sono sentita protetta e a mio agio.»
La Trama: Nel giro di ventiquattro ore la vita di Anita, single e brillante manager in carriera, viene spazzata via da un uragano di guai. Il lavoro, l’amore, il futur
o, tutto in macerie nel giro di un giorno. Anita si ritrova seduta sull’altalena di un parco giochi licenziata in tronco e incinta del suo capo, suo amante clandestino, sposato e padre di famiglia. Ma Anita è come un sofficino congelato, per conservarsi si è fatta fredda, glaciale. Senza scendere a compromessi, pretende che tutto torni come prima, il suo lavoro, la sua vita, la sua libertà di single senza figli. E perché questo accada è necessario ordire un piano di vendetta raffinata e senza scrupoli. Ma a volte accade che anche il piano perfetto vacilli di fronte all’imprevisto, soprattutto se l’imprevisto ha le sembianze di un timido e goffo avvocato di nome Biagio. Nel frattempo Anita cresce, la sua pancia cresce e cresce dentro di lei la capacità di aprirsi al mondo e scongelare il sofficino che ha messo al posto del cuore. Quando la sua bambina nascerà, Anita sarà una persona diversa.