Si intitola “Mo’” il disco d’esordio dei Megaride. Disco d’esordio che sfoggia con coraggio un cocktail niente male: lo stoner dalle sfacciate trame americane (si veda anche la bellissima copertina di questo vinile) al napoletano come lingua portante. E poi questo titolo, bandiera e manifesto di un lavoro che dedica le sue liriche alla vita da vivere ora e non domani. Pensiero dentro cui molti ravvisano la vera rivoluzione di se stessi e del tutto che ci circonda.
Napoli. Ma a Napoli non si sente quasi mai lo stoner. Da dove lo avete pescato?
Tutto frutto del nostro “svezzamento musicale adolescenziale”. Cuffiette, lettore MP3 e ritorni da scuola ci hanno fatto conoscere questo genere.
Il napoletano… e il napoletano ha raramente cantato (che io ricordi) generi simili. Secondo voi l’esperimento ha funzionato? Col senno di poi…
Abbiamo avuto molti feedback inaspettatamente positivi, anche da persone oltre il confine campano.
A Napoli però si sente tantissimo il bisogno di rivalsa, la rabbia di un riscatto. “A piedi nudi” ne è forse la bandiera. Per voi il riscatto da cosa?
Un riscatto generazionale. Di essere accettati per quello che si è, di vedere riconosciuti i sacrifici e il lavoro fatto.
Quindi “Mo’” è un disco politico?
Più che discorso politico, in ” Mo’ ” troviamo tutte storie ed esperienze vissute personalmente da noi 4, ma che si rispecchiano anche in molti nostri coetanei e colleghi.
Ma secondo voi, è giusto finire su Marte? Domanda che ovviamente allude anche alla critica che fa “Rosso Marte”, la critica di questa società… che poi Marte potrebbe benissimo essere anche la smania di conquista sui social… insomma, allegorie per dirla tutta… secondo voi è giusto tutto questo? Oppure si deve tornare “con i piedi sulla Terra”?
La conquista di Marte, dal punto di vista prettamente scientifico è sicuramente una marcia in più ed un tassello importante in quella che è la storia umana. Basti pensare a tutti i benefici tecnologici che ha portato l’esplorazione spaziale sulla terra. Il problema sono le intenzioni e le premesse su cosa si vuole fare una volta arrivati sul pianeta Rosso: creare una colonia per pochi eletti e “abbandonare” la Terra al suo collasso. Tra catastrofi ambientali e disparità sociali sempre più rimarcate.