Quando ieri sera, 10 dicembre 2013, al Palapartenope di Napoli Max Pezzali è salito sul palco, nella mia testa ho iniziato a collezionare aggettivi che avrei utilizzato per prenderlo in giro in quest’articolo. Poi però ha iniziato a cantare ed è stato lui stesso a suggerirmi come avrei dovuto etichettarlo grazie al pezzo “Ragazzo inadeguato”. A quel punto i miei piani sono sfumati nel giro di quattro accordi.
Pezzali non è un animale da palcoscenico e sa sfruttare bene questa cosa a suo vantaggio. Ieri, come in tutte le date di questo tour molto particolare, Max ha celebrato con il pubblico partenopeo i suoi 20 anni di successi. E non lo ha fatto da popstar in carriera, bensì da amico in jeans, felpa e cappellino: esattamente come uno se lo aspetta.
La sincerità con cui l’ex leader degli 883 ha cantato ogni brano mi ha disarmato, così come mi ha disarmato tutta la sua autoironia.
Perché solo con autoironia è possibile sparare in aria migliaia di banconote fasulle da diecimila lire e inserire, al posto della faccia di Alessandro Volta, il suo sorriso ammiccante e la scritta “Counadeca”. Solo con autoironia è possibile dire al pubblico: «Mi avete spettinato!».
A indebolire le mie difese, inoltre, ci ha pensato la scaletta: Pezzali ha saputo dosare le canzoni come fossero ingredienti di una complicatissima pozione. Non si è risparmiato niente e ha regalato al pubblico i brani che hanno fatto la sua storia e che, in un modo o nell’altro, hanno fatto anche quella della generazione delle musicassette nei walkman.
Questo perché i suoi spettatori fanno parte di un range di età particolare: fortissima, infatti, la presenza di over 25 e over 30.
Le canzoni scanzonate di Max superano le barriere di preconcetti derivanti dalla nostra cultura e dai nostri gusti musicali. E così, per quanto uno si possa sforzare di ascoltare in silenzio il concerto, alla fine non ci sono alternative: ti ritrovi a cantare, che tu lo voglia o no. Anche i musicisti senza microfono non riuscivano a concentrarsi solo sullo strumento. Un vero delirio!
Per una sera tutti sembrano avere di nuovo 15 anni, con la differenza che adesso ognuno sa il motivo per cui la pubblicità ha ucciso l’Uomo Ragno e perché è meglio dar retta alla regola dell’amico.
Gli anni, Nessun rimpianto, La dura legge del gol, Nord Sud Ovest Est, Tieni il tempo, La regina del Celebrità: tutti conosciamo quasi a memoria i testi di queste canzoni e non sappiamo nemmeno bene il perché!
Nell’aria la gioia è palpabile, si fa gruppo e ad ogni hit si alza un nuovo boato. A fare da ciliegina sulla torta c’è stato il medley-karaoke-romanticone quasi alla fine. A farci ballare, invece, ci ha aiutato Dj Zak che ha intervallato il concerto remixando soprattutto pezzi degli 883.
Ventotto canzoni, oltre due ore di musica ma soprattutto tanta voglia di divertirsi come 15enni. Il Palapartenope non era completamente pieno, a riempirlo però sono state le nostre emozioni adolescenziali, tornare a farci visita dopo molti lustri. Tornate non per ricordarci i drammi dei nostri “periodi bui”, ma a portare quella particolare energia e spensieratezza che oggi come allora abbiamo trasformato in musica grazie alle canzoni di Max.
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