Maurizio Capone ha dato il via questa mattina ad un laboratorio artistico per bambini presso il Museo Pignatelli di Napoli, nell’ambito del Festival Sky Arte (in programma a Napoli fino al 7 maggio). “Sky: un mare da salvare”, un’iniziativa nell’ambito della campagna internazionale del gruppo Sky Ocean Rescue, in collaborazione con Legambiente. «Si tratta di un workshop-concerto – afferma Maurizio Capone – in cui illustro come costruire gli strumenti in maniera concertistica, passando dalla spiegazione alla pratica, suonando alcuni brani dell’ultimo album “Mozzarella Nigga”. È un concerto pensato in una dimensione molto divertente, attraverso il quale avvicino i più giovani all’importanza del riciclo. Nel corso dell’evento invito sul palco anche alcuni presenti a suonare gli strumenti, quindi è un incontro in cui il pubblico interagisce moltissimo». Domani, domenica 7 maggio – dalla 10.30 alle 12.30 – è previsto il secondo e ultimo appuntamento con il workshop artistico.
Fondatore nel 1982 dei Capone & Bungt Bangt – gruppo considerato precursore della eco music mondiale – Maurizio è impegnato anche in altri progetti. Oltre alla ristampa dell’ultimo progetto discografico “Mozzarella Nigga”, l’artista partenopeo è impegnato fino al 29 giugno presso il Teatro Tram (ex Cabaret Port’Alba) con il laboratorio, prodotto dal Napoli Teatro Festival Italia, sulla costruzione e l’utilizzo di strumenti realizzati con materiali riciclati: il Mozzarella Nigga Lab, che si concluderà il 30 giugno in Piazza del Gesù con lo spettacolo dal titolo “Mozzarella Nigga Urban Musical”.
Tra gli altri progetti Maurizio Capone sta portando avanti un altro interessante progetto con alcuni detenuti del carcere di Poggioreale: un laboratorio che riguarda l’autoproduzione di strumenti fatti con materiali riciclati. «È un progetto che mi sta regalando tantissime emozioni – racconta Capone – Sono stato diverse volte nelle carceri per dei laboratori di musica, quindi posso dire che la dimensione emotiva dei detenuti è molto particolare, perché chiaramente sono privati della loro libertà. Per noi che entriamo da uomini liberi, quando usciamo è quasi come un parto. In quel momento senti quanto è importante la libertà. Noi siamo liberi di entrare e uscire, loro invece sono costretti a restare. Chiaramente loro sono in carcere per dei motivi ben precisi, però quando sei in contatto con loro, ti rendi conto che sono delle persone come tutte le altre, quindi si crea un rapporto molto particolare. Il progetto che sto portando avanti nel carcere di Poggioreale è molto stimolante. Consiste nel recuperare materiale di risulta nel carcere, quindi tutto quello che loro usano e producono, al fine di realizzare degli strumenti musicali. Nel tempo ho realizzato più di 26 strumenti con materiale di riciclo, quindi fare questo percorso con loro l’ho trovato molto facile. Il lavoro principale consiste nel rendere questi materiali appetibili, gradevoli per quanto riguarda l’aspetto visivo. I miei strumenti, quelli che uso anche nei miei concerti, restano grezzi allo stato puro, quello che conta è solo l’acustica. Mentre ritornando al laboratorio con i detenuti, oltre all’acustica, cerchiamo di curare il design poiché sono degli strumenti che verranno commercializzati con il marchio Bungt e Bangt. I proventi andranno ai detenuti Ho avuto una grande accoglienza dal direttore del carcere, che ha creduto fortemente al progetto. Sono cinque i ragazzi, selezionati dal Padiglione Firenze, che mi seguono e che a loro volta sono molto entusiasti dell’iniziativa».