Mater Camorra o' paraustiello d'a Squarciona : la recensione
Mater Camorra ‘o paraustiello da Squarciona in scena al mater camorrasuggestivo
teatro elisabettiano
sito in Vico del Fico ad Arco di Napoli con la regia di Gianni Sallustro.
Una produzione Talentum Production in collaborazione con l’ Accademia
Vesuviana del Teatro e Cinema di Ottaviano diretta da Gianni Sallustro.
Lo spettacolo liberamente tratto dal capolavoro di Bertold Brecht del 1939 Madre
Courage e i suoi figli è stato candidato al Premio Ubu del 2014.
Mater Camorra è dedicato alle oltre 1000 vittime innocenti della camorra ,in
particolare a Gaetano Montanino vittima del dovere nell’esercizio del suo lavoro.
Lo spettacolo è un -j’accuse- rivolto a chi fa del malaffare la sua unica ragione di vita
anteponendo il Dio denaro ai sentimenti e all’etica.
Il testo parla di una madre coraggiosa e delle difficoltà che deve affrontare con il suo lavoro di vivandiera
insieme ai suoi tre figli per cercare di sopravvivere.
La madre, donna scaltra e smaliziata, è vittima e carnefice allo stesso tempo nella sua impenetrabilità morale
che sull’altare del Dio denaro immola i suoi tre figli.
I vari personaggi in scena sono corrotti inesorabilmente dalla violenza, morte e rapacità sono una inevitabile
costante nella guerra in cui sono immersi,
perché la guerra porta irrimediabilmente alla disumanità e alla negazione di ogni valore etico.
Il regista si affida a una scenografia con pochissimi e scarni elementi( il carro del commercio di Madre
Coraggio) ,
dando risalto alla intensa fisicità dei giovanissimi attori in scena che agiscono coralmente in questo contesto quanto mai attuale e profetico.
Ai talentuosi giovani il compito di rappresentare la morsa tentacolare della malavita che si trasforma ora in un branco insaziabile di cani, ora in scimmie irriverenti, ora in
serpenti striscianti, ora in lupi affamati, ora in dispettosi uccelli.
Il Teatro di Gianni Sallustro nasce dalla necessità di portare lo spettatore a pensare, a guardare oltre un’omologato pensiero unico, dando allo spazio teatrale il compito di formare
eticamente i giovani che si accostano ad esso.
Dando al Teatro una visione sociale lo priva della sua aura mistica e formalista, preferendo un rapporto viscerale e diretto con il pubblico in sala, stimolando una reazione emotiva e riflessione profonda,
scuotendo le coscienze assopite.
Mater Camorra è apocalittico, visionario, a tratti inquietante, ma non privo di speranza nel finale al grido di -fermatevi-, ricco di invenzioni registiche, scenografiche, sonore,
sapiente nel suggerire l’orrore, è una metafora allarmante sull’abominio della società nella quale viviamo e una riflessione
critica sulle conseguenze del suo disfacimento.
L’ attrice Nicla Tirozzi (Anna a squarciona) impersona in maniera efficace la sacralità della maternità,
l’attore regista Gianni Sallustro(il cappellano ò serpente) ben rappresenta l’ambiguità della Chiesa impoverita nella sua spiritualità.
Molto intensa l’interpretazione di Tommaso Sepe(Aitano ò micione) , di Gianluca Cangiano (Rafele King Kong ò gorilla), di Carlo
Paolo Sepe( Tonino ò cacciuttiello), Francesca Fusaro(Catarina à palomma).
Encomiabili Ciro Pellegrino(Ciruzzo à pippa ò gallo), Antonio Pio Del Vecchio (Mario ò cane e presa),Gennaro Zannelli( Sergio ò cane presa),Noemi Iovino(Lucia à cane e
presa),Antonella Montanino(Santina à cane è presa),
Davide Vallone( Michele à scigna),Salvatore Ciro Tufano( Ciccio a scigna), Vincenzo Gambocci( Gennarino ò cavallo),Luigi Guerra( Nicola ò cavallo),Nancy Pia De Simone(Carolina ò sorece),
Vincenza Granato(Assunta ò sorece),
Paola Carillo(Rosaria ò sorece), Rosa Vanese (Matalena ò sorece),Maria Crispo(Carmela ò sorece),
Roberta Porricelli(Maria ò sorece),Elisa Sodano(Serafina l’aucelluzz’), Sara Ciccone(luisa l’aucelluzz’), Anna Sodano( Nannina l’aucelluzz’),Enrico Annunziata( Felice l’aucelluzz’).
Da vedere soprattutto nelle scuole.