Debutta al Teatro Diana, mercoledì 14 marzo “Operazione San Gennaro”, lo spettacolo tratto dal film del 1966 di Dino Risi. Prodotta dalla Best Live e dalla Diana Oris, la commedia è stata scritta a quattro mandi da Massimo Ghini (in veste anche di regista e interprete) e Stefano Reali, con la supervisione al testo di Luca Manfredi e le musiche di Armando Trovajoli.
La storia è ambientata nella Napoli del 1966. Due gangster americani (Valentina Gullace e Giampiero Mancini) approdano a Napoli per fare un colpo. I due americani si rivolgono a Don Vincenzo (Ernesto Mahieux), boss in carcere, che non potendoli aiutare materialmente e soprattutto senza conoscere l’entità del colpo, li indirizza da Armanduccio Girasole Dudù (Massimo Ghini), suo figlioccio d’arte. Gli americani coì rivelano a Dudù che la loro idea è quella di rubare il Resoro di San Gennaro. Inizialmente Dudù, nonostante napoletano abusivo, di madrea austriaca e figlio adottivo di Donna Assunta (Nunzia Schiano), rinuncia al colpo, ma appena viene a conoscenza del valore, trova la sua motivazione e con l’approvazione di San Gennaro, che a suo modo gli ha dato “’o segno”, assolda un’improbabile banda formata dal Capitano (Antonio Fiorillo), Agonia (Mirko Ciccariello), il Barone (Domenica Aria) e Ssciascillo (Ernesto Lama). A colorare lo svolgimento della trama, la storia d’amore tra Concettina (Stefania De Francesco) e Dudù, un amore vero e disinteressato che vuole trovare nel matrimonio il suo compimento. Come si conclude il colpo è noto, Dudù restituisce a Napoli e ai napoletani il tesoro di San Gennaro, sposa Concettina e vissero tutti felici e contenti.
«La genesi di questo progetto – racconta Massimo Ghini – nasce da un incontro a Roma con Alessandro Siani, al quale sono legato da un’amicizia. Alessandro, in veste di giovane produttore, mi propose di lavorare insieme. L’idea di portare in scena questo spettacolo mi ha particolarmente gasato, così la prima cosa che ho fatto dopo aver ricevuto la proposta è stata quella di rivedere il film di Dino Risi. Quello che mi è piaciuto nel rivedere il film è stato il lusso di potersi introdurre in un ambiente come Napoli con una sfacciataggine ed un’irriverenza estrema, mostrando anche archetipi “banali” della tradizione napoletana, ma riuscendo alla fine a mettere in scena un mondo che, al di là delle generalizzazioni, è secolarmente fondato su rapporti umani molto forti nel bene e nel male. “Operazione San Gennaro” non è un’opera napoletana, ma una bellissima commedia ambientata a Napoli nata da Risi e Nino Manfredi, ciononostante accostarsi a Napoli e ai napoletani per un “non napoletano” genera sempre un po’ di ansia. Ripercorrendo la storia del film abbiamo cercato di restituire teatralmente quelle immagini e quelle atmosfere, restando in quell’epoca, quella dei meravigliosi anni 60, aiutati dalle musiche eterne di Armando Trovajoli che accompagnano ogni parte dello spettacolo. Quello che mi è piaciuto è la dimensione dell’improbabilità: tre improbabili gangster americani incontrano un improbabile gruppo di banditi napoletani per un improbabile colpo».
Anche nello spettacolo, la dimensione del cast è variegata, con la differenza che mentre nel film i personaggi principali erano Totò, Nino Manfredi, Senta Berger, nella rappresentazione teatrale Ghini ha cercato di dare ampio spazio anche agli altri interpreti “di contorno”.
«Il pubblico – continua Ghini – dovrà essere traghettato in luoghi immaginari, i costumi e le scenografie sono oensati come un grande gioco teatrale, è una grande finzione scenica, senza alcuna verità reale raccontata come una fiaba».