Fino al 05 novembre è in scena al Teatro Eliseo “Un Borghese Piccolo Piccolo”, spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami, con Massimo Dapporto e Susanna Mracomeni, Roberto D’Alessandro, Matteo Francomano e Federico Rubino, per la regia di Fabrizio Coniglio.
«La scorciatoia o la raccomandazione è avvertita dalla nostra società come qualcosa di necessario – spiega il regista Fabrizio Coniglio – per sopravvivere: forse, in fondo, non crediamo più nella possibilità di essere tutti uguali di fronte alla legge e nelle pari opportunità di emancipazione sociale ed economica. Questo è lo snodo più fortemente attuale della storia che metteremo in scena. Racconteremo questo grande romanzo classico con il sorriso, che solo i grandi autori come Vincenzo Cerami hanno saputo e sanno ancora regalarci».
Giovanni e Amalia discutono di come il figlio Mario potrà trovare un lavoro ora che ha conseguito il diploma di ragioniere. Giovanni apprende che si terrà un concorso per 1200 nuovi posti allo stesso ministero in cui lavora. Giovanni decide di iscrivere Mario, ma sapendo che lui non potrebbe farcela, va a chiedere al capufficio se può favorirlo. Il dirigente gli spiega che nel concorso vi sono due prove, una orale e una scritta; in quella orale può favorire Mario, ma in quella scritta no. Il capufficio, però, vedendo Giovanni abbattuto, gli chiede se è disposto ad entrare nella Massoneria, in modo da poter conoscere anche lui il contenuto del test, usufruendo dei “vantaggi” che godono i membri della loggia. Giovanni accetta, entra nella Massoneria e, qualche settimana prima del concorso, ottiene dal capufficio le risposte dell’esame, che fa imparare a memoria a Mario. Il giorno del concorso Giovanni e Mario si stanno recando al ministero, ma dei rapinatori che stanno scappando sparano e accidentalmente colpiscono Mario che muore. Amalia, per il dolore della morte del figlio, rimane vittima di una trombosi. Giovanni si abitua al nuovo modo di vivere, ma un giorno, quando si reca in questura per vedere i sospettati, riconosce l’assassino e non dice niente.
L’assassino viene rilasciato e mentre ritorna viene seguito da Giovanni che lo cattura e lo porta nella sua baracca vicino al lago dove con del fil di ferro lo lega e lo imbavaglia quasi fino a strozzarlo e lo tortura per diversi giorni. Nei giorni seguenti l’assassino muore, Giovanni va in pensione, ma proprio lo stesso giorno dell’agognato traguardo Amalia muore. Dopo i funerali, Giovanni ritorna a seppellire l’assassino e poi ritorna alla sua vita di prima.
Il Teatro Eliseo è ormai da tempo il fulcro di un certo tipo di Teatro a Roma, che si traduce in sperimentazione ed innovazione. Questo spettacolo parte da canoni, codici che lasciano pensare ad una messinscena appunto, tradizionale. Tutto ciò è smentito sin dagli inizi, a partire dalla scenografia stilizzata, pochi oggetti, simboli di una società ormai in declino. Se hai un, vuoi ancora di più e, se non hai, vorresti avere ciò che hanno gli altri e questo genera frustrazione e rabbia nei confronti di chi nasce con la “camicia”, con le raccomandazioni. Perfetti gli interpreti; Massimo Dapporto, al top, unito a grandissimi interpreti quali Susanna Mracomeni, Roberto D’ Alessandro (fantastico in quello che il fu il ruolo di Romolo Valli nella versione cinematografica), Matteo Francomano e Federico Rubino. Accettare la massoneria è accettare tutto ciò che ti evita il problema della gavetta ed è importante, oggi più che mai, impegnarsi per far si che il sistema cambi, caso Weinstein docet!