L’attrice e cabarettista Marianna Liguori, in arte Mary Colt, ha vinto il premio “Volto Nuovo” al 60° Festival di Castrocaro, dedicando la vittoria a suo padre scomparso quando lei aveva solo quattro anni. Ha vinto con il suo esilarante “Beata a Tia!”, un divertentissimo monologo tra due calabresi che si lamentano a telefono della loro vita quotidiana. Mary è una forza della natura, combina senza sforzo i surreali quanto comici aneddoti personali con l’osservazione dell’attualità. Le sue creazioni sono brillanti con un tragicomico scintillio che cattura il pubblico e lo risucchia nel suo mondo bizzarro fatto di sconcertanti personaggi che parlano in vari dialetti italiani.
Che cosa succederà dopo questa vittoria a Castrocaro? Ti vedremo sul palco di Sanremo?
«Dopo questa vittoria, spero mi arrivino proposte di lavoro, soprattutto in qualche film, poiché nasco come attrice e ho fatto l’accademia sia di recitazione sia di doppiaggio. Mi piacerebbe fare qualche fiction in dialetto siciliano, perché conosco tutti i dialetti e porto pezzi in dialetto durante le mie serate. Sarebbe un sogno per me esibirmi anche al festival di Sanremo, magari portando altri pezzi scritti da me».
Con quali emozioni hai vissuto la vittoria a Castrocaro e a chi la prima telefonata?
«La prima telefonata l’ho fatta a mia madre e a mia sorella, erano in ansia per me, essendoci arrivata da sola a Catrocaro, era felicissima».
Sei stata Genoveffa, non la sorellastra brutta e cattiva di Cenerentola, ma una delle amiche borghesi di Elvira in Zappatore. Hai qualche aneddoto carino da raccontarci su questa tua esperienza nella sceneggiata napoletana?
«Zappatore per me è stata un’esperienza teatrale fantastica, ho vissuto in un ambiente sereno, simpaticissimi Francesco Merola e Nino D’Angelo. Ha avuto molto successo, essendo una sceneggiata conosciuta in tutto il mondo, grazie a Mario Merola. Sono stata scelta dal mio insegnante di recitazione dell’accademia che ha previsto per me un ruolo brillante anche se non di rilievo, ma molto simpatico e divertente. Forse riprendiamo il prossimo anno».
Quanto diversa è Mary Colt, la persona in scena, da Marianna Liguori nella vita reale?
«Mary Colt ha una storia, nasce per gioco, ma alla fine è diventato il mio nome grazie a facebook. Mary Colt è la mia parte burlona e giocherellona. Marianna è il lato più triste e serio. Infatti, credo che la comicità parta dalla tristezza. Se non si è tristi, non si può ironizzare».
Quando decidi di andare a teatro, secondo cosa scegli lo spettacolo da vedere?
«Io vado a teatro ogni settimana, come anche al cinema. La prima cosa che cerco sono gli spettacoli d’essai, sperimentali, teatro di ricerca».
Com’è iniziata la tua carriera da cabarettista e perché hai deciso di far ridere gli altri?
«La mia carriera cabarettistica è un po’ innata. Ho iniziato facendo le imitazioni degli insegnati a scuola, ero chiamata in presidenza apposta per fare le imitazioni, pensavo invece in qualche sospensione».
Quali sono i tuoi hobby?
«Il mio hobby è il mio lavoro. Recitare, andare a teatro, al cinema. Mi piace scrivere e da cinque anni anche leggere».
Ultimo libro letto?
«Una vita sottile di Chiara Gamberale».
Musica?
«Adoro Riccardo Cocciante ed Enzo Avitabile».
Sport?
«Ho giocato per nove anni a pallavolo, ma ora sono quindici anni che non vedo una palestra. Sono diventata pigra, sono l’anti sport. Mi piace mangiare, il mio sport preferito: mangiare dolci e merendine, mi rende felice».
Progetti futuri?
«Intanto dedico questo mio premio a mio padre, che ho perso il giorno del mio compleanno a soli quattro anni, nonostante la mancanza sono convinta che mi abbia seguito da lassù. Ringrazio mia madre e mia sorella per aver creduto in me, anche se non da subito per paura di questo mondo. Ora sono felici per me. Spero di ricevere proposte lavorative, che siano tv, teatro cinema e doppiaggio. Naturalmente nessuno sa che parlo anche in dizione perfetta e sono molto versatile con la voce e i dialetti. I miei spettacoli vertono sui cambi di dialetto in meno di dieci secondi».