“Vela” è uno di quei dischi che ti ricordano che, come diceva il caro Dylan: non c’è bisogno di un meteorologo per capire da che parte soffia il vento. “Vela” è un percorso musicale che puoi attraversare ad occhi chiusi, o mentre compi un altro viaggio. Conta il percorso quanto la destinazione e questo perché la fine arriva troppo presto e c’è bisogno di capire dov’è che il pianista Mario Nappi insieme con il contrabbassista Corrado Cirillo e il batterista Luca Mignano ci hanno condotti, traguardo che cambia ascolto dopo ascolto.
C’è la frenesia delle mani di Mario Nappi in ogni singola traccia di quest’album, la dolcezza in quelle di Corrado Cirillo e la spensieratezza nelle bacchette di Luca Mignano. Il miracolo di questo cd è che, contemporaneamente, l’ascoltatore più esigente e anche quello più distratto e ignorante si ritrovano insieme nel mezzo di una conversazione intima di tre amici che si raccontano attraverso un complesso (e completo) discorso musicale.
Ciò che stupisce è la sottilissima linea su cui i tre virtuosi viaggiano perfettamente in equilibrio: una linea tra il rigore della musica classica e le loro anime jazz. Ci si lascia trasportare da tre artisti che hanno imparato le regole di base per suonare e che, in un secondo momento hanno capito come infrangerle, scherzarci e riutilizzarle senza esserne prigionieri.
La maggior parte dei lavori discografici degli ultimi tempi abituano l’orecchio a musicisti improvvisati, qui invece troviamo il ritorno dell’improvvisazione e della musica come strumento (e strumenti) di libertà.
Cinque le composizioni di Nappi: Samsara, Serenata d’Argento, New Thing, Presto e Vela, una la risposta personale di Cirillo con UK Sound, uno il brano a sei mani Num. 3 che racchiude e travolge ancora di più ascoltatori e musicisti.
Infine, il meraviglioso omaggio del trio a Victor Young attraverso Stella by Starlight.
Un disco che tra i tanti viaggi che fa fare, ci porta e di certo non in maniera scontata a un live qualsiasi del trio. Chiudendo gli occhi eccoci sotto al palco ad ascoltare questa serie di virtuosismi e fraseggi musicali.
All’ultima nota però, non segue solo un applauso fragoroso, ma anche un silenzio impressionante: perché quando le note entrano dentro come succede per quelle di “Vela” possiamo solo accoglierle tacendo.