Dopo il successo della scorsa edizione, torna “Campusband Musica & Matematica 4”, il concorso nazionale rivolto a tutti gli studenti: cantautori, interpreti e gruppi musicali che si sono formati nelle scuole e nelle università italiane. Promotori del progetto sono Mogol, Mario Lavezzi e Franco Mussida, i quali faranno da guida per i giovani talenti con la passione per la musica e per lo studio. Per l’occasione abbiamo intervistato Mario Lavezzi, musicista ma soprattutto una delle più celebri firme della musica italiana d’autore. Oltre ad essere uno dei promotori del concorso musicale, Lavezzi di recente – in occasione dei suoi 70 anni – ha voluto omaggiare il suo pubblico raccontando la sua storia, la sua vita, nel libro scritto dal giornalista Luca Pollini “E la vita bussò. Mario Lavezzi racconta cinquant’anni di musica”.
Torna “Campusband Musica & Matematica 4”, il concorso nazionale rivolto a tutti gli studenti: cantautori, interpreti e gruppi musicali che si sono formati nelle scuole e nelle università italiane. Com’è nato questo progetto e in che modo si è evoluto negli anni?
«L’idea è nata grazie alla mia esperienza. La mia passione per la musica è iniziata anni fa, quando insieme ad altri studenti dello stesso istituto organizzavamo degli show musicali a fine anno scolastico. Tutto è partito da quel concetto, con lo scopo di scoprire nuovi talenti, ed alcuni li abbiamo trovati. Come da regolamento, la giovane cantautrice arrivata prima nella scorsa edizione ha vinto un contratto discografico per la realizzazione e distribuzione del suo inedito con il relativo video, già disponibile su Youtube. È questo è un primo passo, un primo mattone per chi vuole farsi strada in questo settore».
È stata difficile la selezione nelle precedenti edizioni?
«Non direi. La giuria di esperti, di cui facevo parte, votava 4 gruppi, 4 interpreti e 4 cantautori. Nel corso della finale votava la giuria e il pubblico presente con palette da 5 a 10».
Quali saranno le novità della prossima edizione?
«Potranno presentarsi anche artisti che propongono rap o trap, un genere che va per la maggiore. Ci sono tanti artisti bravi che apprezzo come Fabri Fibra».
Le selezioni sono aperte anche agli iscritti delle scorse edizioni che non hanno superato il concorso…
«Sì certo. Com’è successo ad una band che si è ripresentata quest’anno».
Quali sono i riconoscimenti per i partecipanti?
«Il vincitore assoluto avrà diritto ad un contratto con un’etichetta discografica per la pubblicazione del brano inedito e della cover, realizzando il videoclip del brano inedito; due borse di studio, delle quali una per ogni vincitore delle categorie che non si sono aggiudicate il premio assoluto. Di queste la prima per i corsi del Centro Europeo di Tuscolano, la seconda per il Centro Professione Musica di Milano. Inoltre Radio Zeta, partner ufficiale del concorso, valuterà la messa in onda del brano inedito del vincitore».
In che modo avverrà la selezione?
«Attraverso una commissione di esperti. Verranno selezionati 12 finalisti, tra questi 4 della categoria “Band”, 4 della categoria “Cantautori” e 4 della categoria “Interpreti”, i quali si esibiranno dal vivo alla finale del concorso che si svolgerà all’interno della rassegna Estate Sforzesca in scena al Castello Sforzesco di Milano».
Per i suoi 70 anni ha voluto omaggiare il suo pubblico raccontando la sua storia, la sua vita. Il libro scritto dal giornalista Luca Pollini “E la vita bussò. Mario Lavezzi racconta cinquant’anni di musica”. Ci vuole raccontare un aneddoto contenuto in questo libro?
«Ce ne sono tanti. Quello legato alla canzone Il Primo giorno di primavera scritta per I Camaleonti. Ero entrato nel gruppo a diciotto anni, sognavo una vita luminosa, poi dopo due anni e mezzo è arrivata la cartolina per andare a fare il servizio militare. Quando ho scritto la canzone Il primo giorno di primavera insieme a Cristiano Minellono, ho chiamato Mogol il produttore e gli ho fatto ascoltare il pezzo con una struttura strumentale cantata e da lì è iniziata la mia carriera di cantautore. La vita mi ha dato una seconda possibilità. Mi chiedo se non avessi fatto il servizio militare sarei ancora nei Camaleonti? Non lo so!».
A che età ha iniziato a comporre canzoni?
«Ho cominciato a suonare a 12 anni, nei giardini di Piazza Napoli sulle panchine insieme agli amici».
Quali artisti ascoltava in quel periodo?
«Giorgio Gaber e Adriano Celentano, Elvis Presley, The Beatles. Il mio gruppo, infatti, suonava le canzoni dei The Beatles e facevamo ballare. Allora non c’erano i dj, ma solo musica dal vivo. Ci proposero di suonare tutte le sere per una intera estate a Finale Ligure proponendo un vasto repertorio. Quella è stata una vera palestra perché ho imparato come erano scritte e arrangiate le canzoni».
Lei ha scritto tanti brani. C’è un brano autobiografico a cui è particolarmente legato?
«Nell’ultimo album di inediti del 2011 c’è una canzone dedicata a mia moglie intitolata “Stella”, forse non è un brano di successo, ma è quella a cui sono legato particolarmente. Poi sicuramente “E la luna bussò” che ricorda il rapporto sentimentale con Loredana Bertè».
In questo periodo sta scrivendo per qualche artista?
«Sì ho preparato un provino di una canzone scritta insieme a Mogol. Inoltre, come Presidente del Consiglio di Sorveglianza della SIAE sto portando avanti il progetto per la tutela dei diritti d’autore. Intendiamo impegnarci per tutelare le opere dell’ingegno, portando avanti la nostra battaglia soprattutto nei confronti di colossi come Google che utilizzano i contenuti senza pagare i diritti».