Un doppio cd per celebrare i primi 10 anni di carriera di Mario Biondi i fan se lo aspettavano. Certo non così, perché Best Of Soul, che esce in tutti i negozi il 18 novembre, è un passaggio tra vecchio e nuovo, un percorso musicale attraverso la sua carriera con 7 nuovi brani tra cui il singolo estratto “Do you feel like I feel”.
Come ti sei avvicinato all’idea di realizzare questo tipo di best of?
«Ci sono i piani alti della mia etichetta che ci pensano, a un tratto ci siamo resi conto che forse il materiale nuovo poteva essere un album intero. Ma è stato più giusto realizzare un cofanetto di 2 cd con dei brani inediti e non solo una chicca. È anche una novità tornare indietro per me e fare solo l’interprete, perché arrangiamenti e produzione sono di altri. Tranne che per Gratitude, che è un pezzo che ho inteso come ringraziamento a tutti quelli che mi hanno circondato in questi anni. In primis il pubblico, ma anche tutti i musicisti e i tecnici in ogni parte dove ho suonato».
Come riguardi indietro invece alla tua carriera?
«Best of soul è un po’ il racconto degli ultimi 10 anni, con 22 pezzi che danno valore a quello che ho fatto, ma anche valore a quanto si spende per l’acquisto di un disco. Ho voluto racchiudere davvero il meglio del soul, secondo me. Dalla pubblicazione di “Handful of soul” ad oggi mi sono sempre divertito e soprattutto mi sono reso conto di aver fatto sempre quello che volevo, non ho l’assillo del mercato ed è un privilegio».
Però quando vedi i tuoi colleghi italiani che ora sono abituati a live show sempre più competitivi…
«Beh, cosa posso dire? Son contento e ammiro loro. Ma non sono Eros, Laura o Tiziano Ferro che devo superare gli altri in costose produzioni dal vivo. Però ci vado a vederli con ammirazione».
Cosa ti aspetta ora?
«Con l’uscita del disco avrà inizio per me un anno di festa, che non vedo l’ora di condividere col mio pubblico anche grazie al tour che mi porterà in giro per l’Italia e l’Europa. Ci sono dei posti come la Germania, Londra, la Francia dove il mio genere è stato diffuso molto prima che in Italia. ed essere apprezzato anche lì è molto gratificante».
Ti sei preso delle rivincite negli ultimi anni?
«Diciamo che all’inizio a Catania mi avevano detto di cambiare genere, se non proprio mestiere. E vedere quello che ho costruito è già una rivincita, ma poi io dimentico subito, non tengo il broncio. E quindi va bene così».
Sei ancora legato al soul di Barry White?
«In verità io lo rispetto molto e in molti dischi ci sono degli omaggi, più o meno velati. Ma non è stato il mio padre spirituale. Quel ruolo per me l’avuto sempre Al Jarreau».
Queste le date di Best Of Soul – Tour
Il 6 marzo al Teatro Carlo Felice di Genova, l’8 marzo al Teatro Degli Arcimboldi di Milano, l’11 marzo al Teatro Ponchielli di Cremona, il 13 marzo all’Europauditorium di Bologna, il 14 marzo all’Auditorium Del Lingotto di Torino, il 16 marzo all’Obihall di Firenze, il 17 marzo al Teatro Di Varese a Varese, il 19 marzo al Nuovo G. Da Udine ad Udine, il 20 marzo al Teatro Rossetti di Trieste, il 22 marzo al Teatro Regio di Parma, il 24 marzo al Teatro Pala Banco di Brescia, il 28 marzo all’Auditorium Santa Chiara di Trento, il 30 marzo al Gran Teatro Geox di Padova, il 31 marzo al Teatro Creberg di Bergamo, il 18 aprile al Teatro Metropolitan di Catania, il 20 aprile al Teatro Team di Bari, il 22 aprile al Teatro Augusteo di Napoli e il 24 aprile al Parco Della Musica di Roma.