Per la Sezione Progetti Speciali del Napoli Teatro Festival, nel Cortile d’onore del Palazzo Reale un pubblico attento e partecipe ha seguito lo spettacolo multimediale di e con Maria Rosaria Omaggio e con la partecipazione di Pino Quartullo dal titolo Scarpe rosse. Scritto con la collaborazione di Maria Letizia Compatangelo e la consulenza di Stella Fanelli, lo spettacolo ha messo in scena tra parole, danza, musica e video la memoria delle donne vittime di femminicidio. Tale fenomeno antropologico di scottante attualità ha radici antiche nella Storia dei popoli di ogni latitudine a prescindere dall’estrazione sociale. Ecco come Maria Rosaria Omaggio ha spiegato la genesi dello spettacolo: «Un compito, un dovere morale, andare all’origine del senso di proprietà che l’uomo nutre da sempre nei confronti della donna. Tutto è nato dall’incontro con Stella Fanelli che si occupa da anni di individuare le cause del fenomeno della violenza sulle donne nella Storia passata e recente in modo da offrire anche soluzioni».
Dalla notte dei tempi le donne sono state sempre sottomesse ai voleri dell’uomo sia esso padre, fratello, marito senza alcuna possibilità di cambiare il loro destino di spose e madri. Gli uomini le hanno sempre considerate una loro proprietà per soddisfare principalmente i loro appetiti sessuali in modo da perpetrarne la discendenza e sono state da sempre viste come persone poco intelligenti e incapaci di ricoprire ruoli importanti all’interno della società. Per i Padri della Chiesa che fonda il suo credo sull’uguaglianza di tutte le creature agli occhi di un Dio Padre, in particolare Sant’Agostino, San Tommaso d’Aquino e San Giovanni Crisostomo,la donna è vista come un demonio, un essere spregevole e lascivo.
Ancora oggi che sono passati storicamente i tempi della caccia alle streghe, le donne vengono violentate, stuprate, soffocate, bruciate e non si arresta questa scia di sangue.
Lo spettacolo narra le storie di Lucrezia di Collatino, Ipazia, Pia de’Tolomei, Francesca da Rimini, Artemisia Gentileschi, Beatrice Cenci, solo per citarne alcune, che rappresentano la prova che la violenza sulle donne ha origini remote. I loro pensieri tratti anche da documenti d’epoca vengono potenziati dalla danza con le coreografie e le musiche del Movin’Beat e dal Video Artist di Mino La Franca che dal bianco e nero colora di rosso il corpo di queste donne martoriate. Per ognuna di esse vengono portate a bordo palco, sotto sbarre di luce, le loro scarpe ovviamente di colore rosso. Una donna Maria Rosaria Omaggio a confronto con un uomo Pino Quartullo, dall’antichità ad oggi, al di là del tempo e delle differenze culturali.
Gli spettatori non restano indifferenti dinanzi alla descrizione di tanta sofferenza e rimangono numerosi anche all’approfondimento dello spettacolo da parte di ospiti illustri per un confronto con l’attualità, moderato dalla nota e brava giornalista del TG1 Adriana Pannitteri.
Il progetto ha il patrocinio UNICEF ITALIA, SalvaMamme e la Valigia di salvataggio, Women for Women Against Violence, Mai più violenza Infinita e il CENDIC-Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea.
Noi pensiamo che questo tipo di spettacoli debba essere portato ovunque per stimolare riflessioni sulla necessità di sviluppare un’educazione ai sentimenti, al rispetto dell’altro, alla libertà di pensiero, alla tolleranza, alla non-violenza.