«Questo film rappresenta un atto di riconoscenza e gratitudine verso la città di Napoli»
Arriva al cinema Napoli Magica, il nuovo film diretto e interpretato da Marco D’Amore, evento speciale al cinema il 5, 6 e 7 dicembre.
Napoli Magica è un film Sky Original è prodotto da Sky e Mad Entertainment in collaborazione con Vision Distribution, il soggetto e la sceneggiatura sono di Marco D’Amore e Francesco Ghiaccio.
«Questo è il progetto – racconta Marco D’Amore – più intimo al quale abbia lavorato da quando dirigo, perché è chiaro che tutte le storie in cui mi sono imbattuto, e tutte le storie che ho scelto di raccontare, hanno profondamente a che fare con il mio vissuto, con la storia della mia famiglia, con il rapporto che io ho inteso costruire con la città dalla quale sono stato lontano per tanto tempo. Come sempre accade quando ti metti a nudo e ti scopri, da una parte è bello perché mostri agli altri quello che sei, però è anche pericoloso, perché a volte i fianchi scoperti si prestano alle botte».
Sinossi: Cosa cerchi in Napoli quando la abiti da sempre o quando la visiti per la prima volta? Perché la sua anima è così diversa dalle altre? Dove risiede la sua magia? Marco D’Amore vuole scoprirlo e per farlo esiste un unico modo: deve attraversarla e perdersi per trovare l’inaspettato incanto. Bisogna scavare la pietra di tufo dei suoi sottofondi per disseppellire i suoi misteri e le sue leggende, i suoi spiriti, le voci antiche, i suoi fantasmi e i suoi miti. Il dedalo di cunicoli scavati per tremila anni è tomba dei segreti su cui poggia l’intera città. E poi dalla realtà si passa alla favola, e così in Napoli Magica i luoghi iconici – il cimitero delle Fontanelle, Castel dell’Ovo, la cappella del Cristo Velato, le Catacombe di San Gaudioso – prendono vita mentre i volti della gente incontrata in strada si contrappongono ai personaggi del mito (la sirena Parthenope, il munaciello, le anime pezzentelle, Pulcinella). In questo viaggio, la città assume forme e contorni nuovi suscitando sentimenti contrastanti, in un continuo gioco di opposti. Napoli è uno sguardo o un’infinità di vedute, come se la si osservasse dalle alture dei colli che la circondano, o dai sotterranei che la trapassano o infine, attraverso gli occhi di tutte le anime che fino ad ora l’hanno abitata in superficie o nelle sue cavità. Napoli Magica dà del “tu” al mistero e attende risposte mai rivelate dagli oracoli.
Abbiamo incontrato Marco D’Amore alle Giornate Professionali di Cinema.
Cosa rappresenta questo Napoli Magica per te?
«Questo film rappresenta un atto di riconoscenza e gratitudine verso una città che senza che io avessi nessun merito, mi ha regalato un bagaglio culturale, fatto delle esperienze di musicisti, cantanti, autori teatrali, cineasti, anche persone impegnate nel sociale, un bagaglio che viene donato alle figlie e ai figli di Napoli, senza che ce ne accorgiamo neanche. Se chiedete a un ragazzino di 12 anni se conosce una commedia di Eduardo, sicuramente la conosce, come conosce un film di Totò o una canzone classica napoletana. Questo è un bagaglio culturale che solo questa città riesce a regalare come secondo me non avviene in nessun’altra latitudine del mondo. Quindi sento una forte riconoscenza verso Napoli. Tutto quello che faccio, parte sempre da questa identità fortissima e poi si trasforma. In questo caso diventa un omaggio, tra la superfice e il sottosuolo della città, un grande racconto, dei conflitti che la animano, dei miti che la agitano e di alcuni posti incredibili, che spero facciano ancora di più da volano alla città».
In quanto tempo lo hai girato e quali sono state le difficolta, se ne hai avute?
«Questo progetto nasce dalla mente folle di Luciano Stella e da quello di Roberto Pisoni che mi hanno proposto di compiere questo viaggio insieme. I tempi di gestazione sono stati brevi, perché io e Francesco Ghiaccio che lo abbiamo scritto, abbiamo avuto un’intuizione abbastanza felice che ha trovato ovviamente la soddisfazione di Roberto. Lo abbiamo girato in quattro settimane, però abbiamo goduto dell’ausilio di tutti quelli che ci hanno aperto posti incredibili nella città e che hanno sposato il progetto. Le persone che ho incontrato in strada mi hanno agevolato per camminare in città. Gli attori del cast sono stati straordinari ed è stato un piacere lavorare insieme. È straordinario vedere una città che è in continua evoluzione, pur rimanendo fedele alle proprie radici».
Attore, sceneggiatore e regista. Quali sono le emozioni nel ricoprire questi ruoli?
«Non mi sono mai sentito un attore tout court, perché se si vuole fare felice un attore, basta che gli si chieda quale ruolo gli piacerebbe interpretare, e l’attore animandosi potrebbe rispondere di voler vestire i panni di un prete che salva il mondo, oppure quelli di un poliziotto corrotto. Personalmente non amo questo tipo di domande, perché non sono stimolato dai ruoli, ma dalle storie. Non sono stimolato dai personaggi, ma dai temi. Quindi mi sono sempre sentito più vicino al ruolo dell’autore. Al cinema per proporre le proprie storie, non serve solo scriverle, ma anche prendersi la responsabilità di inquadrarle, ed è la ragione per cui, grazie a quell’enorme vivaio che è stato Gomorra, io sono riuscito a fare questo passaggio. Ho cominciato da lì a raccontare le mie storie, e adesso sto andando avanti formando la mia identità, il mio modo di vedere le cose e di raccontarle agli altri».
Da questo tuo ultimo progetto cinematografico si evince quanto tu sia innamorato di Napoli. Qual è l’aspetto che non ti piace di come Napoli viene raccontata?
«Non sono molto polemico rispetto alle visioni che producono gli altri. Sono più critico rispetto a quello che io non sono in grado di raccontare della città. Penso che Napoli sia un coacervo di culture, di misture e soprattutto, credo che abbia una dimensione così metropolitana e così multietnica, tale da poter diventare, come la New York degli anni ’70, un centro attivo di produzione cinematografica, teatrale e televisiva, in grado di parlare al mondo».
Il film resterà per tre giorni nella sale, quale sarà poi il suo percorso?
«Se il film dovesse andare bene in alcune sale, potrebbe restare qualche giorno in più. Poi essendo un prodotto Sky, dopo la finestra dei 90 giorni uscirà in piattaforma. E penso che per la sua natura così ibrida, tra film e documentario, possa avere una certa vendibilità all’estero. Però questo come cantava il poeta, lo scopriremo solo vivendo».
Qual è il tuo rapporto con l’esoterismo?
«Sono molto attratto da tutto quello che riesce, rispetto alla realtà, a fornirmi un’altra visione, che sia anche distante da me. Come tutti quelli che fanno questo mestiere, sono curioso di tutto quello che rappresenta un’alternativa al racconto del reale, quindi questo percorso esoterico che compiamo anche in Napoli Magica, ovviamente viene da una mia curiosità verso quel mondo, anche da alcuni riferimenti possibili ad altri luoghi. Scoprire che a Napoli c’è la tomba di Dracula è interessante, così come scoprire che a Napoli c’è il mito di Iside, oppure capire quello che ha provato a fare il principe di Sansevero è anche il racconto di una città che è stata anche scientifica. La famosa “Y” di Forcella che è quella della scuola di Pitagora a Napoli».
Protagonista insieme a Salvatore Esposito nella terza stagione di Celebrity Hunted – Caccia all’uomo…
«Ogni volta che sto con Salvatore, dal prendere un caffè insieme oppure sul set di una serie e o un programma, ci divertiamo tanto, perché la nostra amicizia ormai ha superato i confini della professione, quindi è stata un’occasione anche per stare un po’ insieme».