Marco D’Amore porta in scena al Piccolo Eliseo di Roma, fino al 23 ottobre, “American Buffalo” di David Mamet. Lo spettacolo, il cui adattamento teatrale è stato curato da Maurizio De Giovanni, è diretto e interpretato da Marco D’ Amore, affiancato sul palco da Tonino Taiuti e Vincenzo Nemolato. Le scene sono di Carmine Guarino, i costumi a cura di Laurianne Scimemi e le luci di Marco Ghidelli. Il sound designer è Raffaele Bassetti e la regia di Marco D’ Amore.
«American Buffalo è la storia di un fallimento – racconta Marco D’Amore – Annunciato, quasi voluto, destino ineluttabile a cui non ci si può sottrarre. È racconto da bassofondo, di slang e male parole, di botteghe maleodoranti e vestiti sdruciti. È apologia della deriva: tre esseri umani e un piano improbabile destinato alla rovina a cui ci si attacca con le unghie senza rinunciarci! È desiderio di rivalsa, di vita anche a costo della vita altrui. American Buffalo è un grande classico e, come fanno i grandi classici, costruisce ponti tra la realtà che racconta e le visioni possibili che è in grado di generare. Io, perso nel viaggio della lettura, ho visto costruirsi lentamente, davanti ai miei occhi, uno di questi ponti…È partito da Chicago (città natia di Mamet) e, passando per l’angusta bettola di Don (protagonista del testo), è giunto a Napoli, in un vicolo in cui le puteche (botteghe in dialetto napoletano) esistono ancora, e dove è possibile incontrare i tipi descritti nel testo, ascoltarne le storie in una lingua che ricorda il famoso sound a cui si riferisce l’autore, quando racconta dei suoi personaggi, in una lingua di popolo che arriva direttamente dalla pancia ed esplode senza filtri: la lingua napoletana. L’American Buffalo è una vecchia moneta da mezzo dollaro che probabilmente vale qualcosa, o forse no. A me fa pensare all’incertezza del nostro tempo, alla possibilità contemplata di giocarsi tutto, la vita e la morte, con un tiro soltanto…Testa o croce?».
Questa rilettura curata da Maurizio De Giovanni è un’epopea dell’assurdo, fatta di mistero, di beceri racconti del quotidiano, della noia del vivere, del fallimento, dell’ autodistruzione, di sogni infranti, delle disillusioni e della voglia di rivalsa che porta sempre e comunque alla sconfitta. Un testo magnifico, i tre attori in scena sono praticamente impeccabili, in sintonia tra di loro, dovuto anche alla sapiente regia di Marco D’ Amore, conosciuto ormai da tutti dopo lo straordinario successo di Gomorra. Più che meritati gli interminabili applausi alla fine dello spettacolo, dove si poteva leggere negli occhi degli interpreti tutta la gioia, l’emozione di chi, il successo l’ha raggiunto con la gavetta, di chi non si è mai montato la testa. Dunque, questa prova è ampiamente superata e consiglio vivamente di andarlo a vedere fino al 23 ottobre al Piccolo Eliseo.