Al teatro Quirino fino al 20 marzo è in scena “Modigliani” per la regia di Angelo Longoni. A vestire i panni del pittore e scultore livornese è l’attore Marco Bocci, accompagnato sul palcoscenico da Romina Mondello, Claudia Potenza, Giulia Carpaneto e Vera Dragone.
Raccontare la vita e l’opera di Amedeo Modigliani oggi, significa raccontare anche cosa c’è dietro l’autore delle donne dal collo lungo, che vita ha vissuto in uno dei momenti più dinamici, della storia del Novecento europeo. Raccontare Modigliani significa rappresentare anche una delle storie d’amore più famose e commoventi che abbiano mai riguardato un artista. L’amore tra Amedeo e la sua Jeanne Hébuterne non può sopravvivere agli amanti e il loro amore avrà un grande finale tragico e romantico. Il mondo femminile è al centro di questo spettacolo che racconta la vita parigina del pittore attraverso quattro donne significative della sua vita. Del primo periodo è protagonista Kiki de Montparnasse, prostituta e modella famosissima nell’ambiente artistico parigino, che segna per lui l’incontro con un mondo libero e disinibito dell’ambiente artistico e bohémien di cui entrerà a far parte, frequentando, gli artisti dell’epoca: Utrillo, Picasso, Soutine, Brancusi, Rivera. E sarà sempre Kiki che gli farà amare tutto ciò che lo porterà alla distruzione, come hashish, oppio e assenzio. Il secondo periodo è rappresentato dalla relazione con Anna Achmatova, poetessa russa, sposata col poeta Nikolaj Gumilev. Anna lo calma, lo aiuta a contenere il consumo di alcol e droga. Quando Anna se ne va da Parigi, Amedeo ricade però nella disperazione e nei suoi vizi. Si fa strada nel terzo periodo, Beatrice Hastings, ricca, bella, colta, cinque anni più grande di lui, divorziata da un pugile, femminista e progressista. Figura di primo piano nei circoli bohémiens della capitale francese. Lei posa per numerosi suoi dipinti e disegni. Il loro è un grande amore, caratterizzato anche da scenate furibonde. Beatrice crede nel talento di Amedeo, lo spinge a fare solo il pittore e a lasciar perdere la scultura per la quale Amedeo ha un’autentica passione. I due, dopo una tormentata relazione, si scoprono incompatibili.
Finalmente nella vita di Amedeo, nel quarto periodo, entra la giovanissima Jeanne Hébuterne. Grazie a lei Amedeo migliora in tutto, sia come artista che come uomo. Amedeo, vicino a Jeanne, sembra un altro ma la su salute è minata dalla tubercolosi. Quando Jeanne rimane incinta del secondo figlio, Amedeo muore all’ Hôpital de la Charité. È il 24 gennaio 1920. Jeanne, all’indomani della morte di Amedeo, straziata si butta dalla finestra del quinto piano, uccidendo con sé anche la creatura che portava in grembo.
Portare in scena la storia di Amedeo Modigliani è una sfida esaltante ma con mille insidie, perché un artista ha mille sfaccettature, mille vite ricche di amori, gioie, patimenti, soprattutto per ciò che significava essere artista in quella Parigi bohémien. Nessuno riusciva a scampare dalle droghe, dagli amori duri, contrastati, da un senso altro del dovere verso la propria arte, e per tutta la rinascita artistica di quel preciso momento storico. Angelo Longoni, porta Modigliani ad un livello molto terreno, è un Modigliani vivo, reale, che ci accomuna. I dipinti sono le sue donne e questo viene riportato in tutto ciò che fa il Bocci/Modigliani. Molto bravo Marco Bocci e molto simile al vero Modigliani, che era noto oltre che per la sua bravura, anche per la sua bellezza e per le sue qualità da amante. Il sesso, l’amore, l’arte, la droga, sono fondamentali per capire il senso della sua esistenza libera. Ma ciò che più colpisce di questo Modigliani, è il senso profondo che ti resta al termine dell’opera, e viene da chiedersi in che modo oggi noi ci immergiamo in un altra dimensione per crearne ancora un altra. È ancora possibile vivere di arte? Cosa ci aspettiamo da essa? Chi è ancora in grado di concedersi fino alla morte, al proprio destino? L’ immedesimazione di Marco Bocci grazie anche alle attrici in scena, Romina Mondello, Claudia Potenza, Giulia Carpaneto, Vera Dragone, è impressionante. Le donne sono fondamentali in questo excursus che porteranno Modigliani a diventare uno dei più grandi artisti della storia di fama internazionale. Bravi tutti! Da vedere!