La Vertigo Dance Company incanta gli spettatori del Napoli Teatro Festival Italia al Museo di Pietrarsa. In “Mana” la seconda proposta della compagnia israeliana per questa settima edizione del Festival, la coreografa Noa Wertheim invita gli spettatori, i co-creatori a intraprendere un viaggio magico. Fonte di ispirazione della coreografia è lo Zohar, o Libro dello Splendore, il principale scritto della tradizione cabalistica medievale che racconta la sublime bellezza delle caratteristiche metafisiche del creato. A partire da questa fascinazione la Wertheim propone uno spettacolo fantastico, in linea con le altre performance della compagnia, curato in ogni dettaglio; accompagnati dalle efficaci quanto splendide musiche di Ran Bagno, gli spettatori per circa un’ora, viaggiano alla scoperta dei due fattori motivazionali presenti nell’animo umano la luce interiore e la luce circondante . Si cercano di decodificare, attraverso il movimento, le dicotomia maschile e femminile, interno ed esterno, libertà e prigionia.
Quanto è vero che uno spettacolo bisogna vederlo ,viverlo, in questo caso poi, raccontarlo diventa riduttivo, non si riesce a cogliere la perfezione degli otto danzatori impegnati. Perfette le scene d’insieme, esaltanti gli assolo proposti ad apertura di ogni movimento, sembrava quasi di assistere ad una esibizione di macchine umane programmate per danzare. Macchine perché sono stati perfetti, umane perché hanno interpretato ogni passo di danza.
Si comincia con il buio e con i movimenti cadenzati di un solo danzatore, affiancato presto da un compagno per dare vita ad uno splendido pezzo a due. Poi si susseguono movimenti di gruppo ad assoli. Caratteristica dello spettacolo è la capacità di mantenere alta l’attenzione dello spettatore in tutti i momenti.
Le luci sono una parte importante dello spettacolo: riescono ad avvolgere i corpi o ad isolarli, a esaltarli o metterli in ombra senza mai una sbavatura.
Mana in molte lingue significa forza sovrannaturale e a guardare quegli otto danzatori mettere in piedi uno spettacolo, quasi un rituale, senza cedimenti, senza errori, visibili ovviamente, ballare con la gioia, con la grinta, con l’amore, nonostante gli oltre 33 gradi, sembra che quella forza li abbia accompagnati nel loro viaggio.
Difficilmente mi è capitato di vedere un pubblico così attento, così affascinato da uno spettacolo; alla fine della performance ci sono stati quasi sette minuti di applausi con standing ovation.
Assistere ad uno spettacolo della Vertigo Dance Company è come fare un viaggio: quando torni a casa ti manca qualcosa, e ti ricordi tutto quello che hai visto, che hai vissuto con entusiasmo e nostalgia, vorresti che quel viaggio non finisse mai.
Bravi, bravi, bravi.
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