Continuano gli appuntamenti de La Rivolta. Questa sera, 8 aprile 2016, alla Masseria La Rivolta di Striano sarà la volta del teatro canzone di Maldestro che si esibirà in trio col suo spettacolo “Non trovo le Parole”.
Il cantautore napoletano Antonio Prestieri (in arte Maldestro) in due anni ha raggiunto tantissimi traguardi e fatto incetta di premi prestigiosi, eppure a parlare con lui le targhe non contano. Maldestro è un cantautore umile che crede in un principio molto semplice: la musica si fonda sulle emozioni e sulla meraviglia che è il vero motore dell’arte.
Torni con un tour di teatro canzone. Chi ti ha maggiormente ispirato lungo il tuo percorso portandoti poi a presentare al pubblico questo particolare progetto?
«Il mio idolo in assoluto è Gaber. Fin dall’inizio la mia strada è sempre stata ben chiara, per cui era un punto a cui sarei sicuramente arrivato. Con estrema dedizione sto cercando di mettere le basi per fare il 10% di quello che ha fatto lui. Specifico che non sarò mai Gaber, ma resta il mio punto di riferimento.»
Hai all’attivo parecchi premi, come hai vissuto questi riconoscimenti?
«I premi contano, ma fino a un certo punto. Mi diverto sempre a dire che non tutti i critici ne capiscono di musica alla fine. Ciò che conta davvero, ciò che mi ha spinto a fare di questo sogno non solo il mio mestiere ma la mia vita è la gente. Emozionare le persone è il premio più grande!»
Ti è successo di tutto in soli due anni e mezzo. Dov’era prima Maldestro?
«Io ho iniziato a suonare il piano a 9 anni, ma a 16 ho smesso perché è entrato nella mia vita il teatro. Ho iniziato da compagnie amatoriali ma poi ho sentito l’esigenza di scrivere e di fare un passo avanti con la drammaturgia. Ho però sempre scritto canzoni. Un mio amico mi diceva che io gli entravo nello stomaco, quando ho capito che il suo era un commento positivo ho pensato di registrare due pezzi in studio e mandarli in giro e da lì è successo quello che è successo.»
È successo che hai fatto un tour nazionale e molti sold out. Un successone insomma…
«Già, non me lo aspettavo sinceramente. Ho in un paio d’anni fatto concerti a Milano, Bologna, all’Auditorium Parco della Musica, al Festival di Ravello. Ho amici e colleghi grandiosi che lavorano da molto più tempo di me. Sono stato anche fortunato forse, non lo so. So che da quando ho deciso di mettermi in gioco, ci ho sempre creduto.»
Le tue canzoni prendono perché tu racconti storie di tutti i giorni e racconti drammi col sorriso…
«Come dicevo all’inizio ritorna Gaber, il mio punto di riferimento. Massimo Troisi diceva “quando vuoi dire una cosa seria a qualcuno fagli fare una bella risata”, questo è il mio stile di vita. Amo giocare con l’ironia, credo che se non ce l’avessimo saremmo tutti morti.»
Nello spettacolo di stasera userai la bella risata come fine o come mezzo?
«La userò per entrambe le cose penso. La risata è il mezzo con cui arriviamo a determinate cose e il fine che ti rimane come leggerezza accompagnata da un’amarezza. Ci sono momenti in cui troveremo più riflessioni, altre parti più serie… partiremo sempre con una risata che poi ci porterà a una riflessione finale insomma.»
Dopo un tour in tutta Italia, eccoti a La Rivolta di Striano. Come ti senti?
«Estremamente curioso: posso ufficialmente dire di non aver mai suonato in un posto come questo. Gli organizzatori poi sono una garanzia. Non ci sono ancora stato, ma dalle foto credo sia un posto molto suggestivo per fare questo tipo di cose. Stasera lo scopriremo insieme!»