Si sta affermando con successo nel mondo hip-hop il giovanissimo rapper italo-americano Malcky G. Di recente è uscito il suo nuovo singolo “Wavy”, disponibile in tutti gli store digitali e realizzato in collaborazione con il collega MamboLosco. Prodotto da Andry The Hitmaker, il brano arriva in seguito alla pubblicazione dei singoli Senza orari, Mood, Cereali ed Hit, dopo la firma del contratto con la Virgin Records (Universal Music). Malcolm Reeves, questo il vero nome di Malcky G, è cresciuto ascoltando musica, suo padre Mohamed Reeves, nativo del South Bronx, è stato un ballerino internazionale che ha ballato con Michael Jackson nel videoclip Thriller. A soli quindici anni Malcky G dimostra, così, di avere un singolare talento artistico e nel lungo lockdown non si è mai fermato, trovando ispirazione e continuando a scrivere. Le tracce inedite saranno inserite nel prossimo album già in lavorazione.
È uscito il tuo nuovo singolo “Wavy” realizzato in collaborazione con MamboLosco. Quando è stato scritto?
«A gennaio. In quel periodo in studio con Andry stavamo lavorando a varie tracce. Nel frattempo io e Mambo avevamo già pensato ad una collaborazione. Andry mi fece sentire la base prodotta, io avevo scritto il ritornello e la strofa, poi inviammo la registrazione a Mambo, che era entusiasta di collaborare».
Com’è iniziata l’amicizia con MamboLosco?
«Circa due anni fa nel backstage di un concerto. Ci salutammo ed iniziammo a chiacchierare, trascorrendo insieme la serata in un locale. Da allora siamo uniti da un affetto reciproco, spesso sono stato ospite da lui a Vicenza. Si è instaurato un rapporto di fratellanza oltre che di amicizia».
Quindi pensate di realizzare altri progetti insieme?
«Sì, sicuramente continueremo a collaborare. Intanto abbiamo realizzato un’altra traccia inedita, che uscirà nei prossimi mesi».
Tra i singoli precedenti quale rappresenta maggiormente Malcky G?
«Personalmente devo ammettere che adoro tutti i miei pezzi che ho scritto. Ma quelli che mi rappresentano sono Hit e Mood».
Quando ti sei avvicinato al freestyle rap?
«Ho iniziato a rappare a 12 anni. Sono stato influenzato dagli artisti della scena trap americana, tra cui i Migos. Il trap è un genere che mi rispecchia, fa parte del mio percorso artistico».
Tuo padre Mohamed Reeves è stato un ballerino internazionale che ti ha trasmesso l’interesse per la musica.
«Sì. La passione è nata da quando ero bambino, penso di avercela nel sangue. In casa si ascoltava musica. Poi ogni anno quando andavo in America dai miei cugini, loro ascoltavano hip hop, un genere che fa parte della cultura americana».
Lui ha lavorato anche con Michael Jackson. Cosa ti ha raccontato di quella sua esperienza?
«Papà era già un ballerino affermato quando ha conosciuto Michael Jackson, dopo essere stato chiamato dal suo team. Ha collaborato a creare la coreografia di Thriller ballando insieme a Michael».
Come hai vissuto il lockdown?
«Ho cercato di essere produttivo, scrivendo e senza farmi abbattere dalla noia. L’ultimo mese di lockdown era meno pesante del primo. E adesso non vedo l’ora di ritornare in America, lì sin da piccolo ho sempre trascorso le mie estati insieme alla mia bisnonna e ai miei cugini».