Al Teatro Nuovo di Napoli, fino al 12 gennaio, va in scena “Malacrescita” di Mimmo Borrelli, considerato a ragione uno dei drammaturghi contemporanei di maggior rilievo. Il suo è teatro civile di denuncia, non puro intrattenimento, che nasce dalla urgenza di attirare la bellezza che deve indurre al cambiamento. Ritualità e realtà contemporanea, sacro e profano, bene e male, si possono considerare elementi fondanti nella drammaturgia creativa e sui generis di Mimmo Borrelli. L’autore scava nel vissuto dei personaggi che interpreta, esasperandoli, con l’intento di aprire uno spiraglio nelle coscienze individuali sempre più concentrate sull’effimero e sull’apparire. L’inferno della “terra dei fuochi” è al centro di “Malacrescita” moderna rilettura del Mito di Medea, che non uccide i propri figli, ma li rende ritardati e deformi: è la storia vera di Maria Sibilla Ascione figlia di camorrista, che dopo essersi concessa a Francesco Schiavone (moderno Giasone) violento e inaffidabile, costretta a portare avanti una gravidanza gemellare non desiderata, impazzisce al punto da nutrire i propri figli con il vino. Mimmo Borrelli pone al centro dell’azione teatrale il concetto di famiglia, il rapporto madre-figli, valutato a partire dalle ragioni dei figli. Si leva alto il grido di condanna e di dolore di questi figli, che non hanno altra colpa se non quella di essere nati da un padre snaturato e una madre sventurata. Il dialetto flegreo, a tratti incomprensibile e cantilenante, dà allo spettacolo una immediatezza scenica molto forte, viscerale. Una serie infinita di bottiglie delimitano lo spazio scenico (di Luigi Ferrigno) claustrofobico- altare- tomba – utero violato, quasi a rappresentare una trincea nella quale i due figli disgraziati rivivono come in un sogno-incubo le meste vicissitudini dei loro genitori ormai morti. Cinquanta minuti intensi, dove il ruolo della parola e della fisicità esasperata e sanguigna di Mimmo Borrelli diventano tema centrale portante dello spettacolo. L’impianto drammaturgico si intreccia perfettamente con i suoni e la musica dal vivo di Antonio Della Ragione.
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