Con Sayonara si era imposto per il suo stile inafferrabile, diverso, eclettico e internazionale. Madh, il cantante sardo arrivato lo scorso anno secondo nelle preferenze degli spettatori del talent di Sky X Factor, esce solo ora (10 luglio) con il suo primo album, Madhitation. Una collezione di pezzi che spaziano dall’elettronica ai sapori orientali, toccando anche il raggae e il soul. Troppo? Troppo presto? Sentite cosa dice lui.
Le influenze giapponesi si sentono in tanti brani e avevi abituato il tuo pubblico in tv a questa predilezione. Perché ti piace tanto?
«Perché mi piace l’arte orientale, sono un disegnatore e amo le culture orientali. Sono partito dall’amore per il Giappone e mi sono allargato a Cina e India che mi rappresentano proprio bene, voglio vivere con quella filosofia. Infatti seguo il buddismo da due anni.»
Cosa hai fatto dopo X Factor?
«Ho avuto la fortuna di poter fare un tour di 50 date che non mi ha dato tregua. E da maggio ho iniziato seriamente a pensare al disco, anche se alcuni pezzi li avevo già scritti prima di andare in tv. Ho avuto la fortuna di poter lavorare come volevo io, senza costrizioni e soprattutto con persone giovani.»
Che ruolo ha avuto Fedez?
«Anche lui è stato sempre in tour e mi ha dato una mano da supervisore artistico, gli facevo sentire sempre tutto, mi dava dei consigli anche se non era sempre vicino. È stato sempre molto discreto e non mi ha imposto nulla. Sono stato contento di aver potuto condividere il palco con lui in alcune date che ha fatto, perché significa anche che non ci sono steccati tra i generi.»
Questa è un’altra tua caratteristica, la contaminazione…
«Sì, perché io sono cresciuto con Amy Winehouse, l’elettronica, ma poi si è sviluppato anche il sapore reggae che secondo me hanno tutti i sardi. La Sardegna ha delle figure artistiche di rilievo e li ho voluti coinvolgere in questo disco. The Strangers, Anna Tifu, Train to Roots, ARPxp e Lukra duettano con me.»
Hai fatto un disco in inglese ma con un solo brano in italiano. È un preludio a qualcosa?
«Io mi devo sentire esperto e a mio agio, siccome mi sono sempre immaginato di cantare in inglese e volendo sfondare all’estero, è stato naturale così. Ma penso che ci sarà anche un momento per fare più cose in italiano. Magari col tempo e la sicurezza. È stata una passione, quella dell’inglese, che mi porto dalla scuola.»
Il disco ha anche una versione acustica di Sayonara, perché?
«È difficile da spiegare bene. Quando è uscito il pezzo, che mi ha fatto conoscere a livello nazionale, molti hanno detto che non aveva senso, forse travolti dalla musicalità della canzone. Quindi l’ho voluta proporre in chiave acustica perché secondo me il pezzo esce meglio, si fa ascoltare in un altro mood.»
Fino al 26 luglio Madh farà un tour degli store di dischi in tutta Italia.