Lo scorso 23 maggio 2015, al Goodfellas Music Pub di Napoli ho avuto il piacere di conoscere Maartin Allcock. Sono cosciente che il solo scrivere questo nome rievoca un intero mondo musicale, eppure Maartin era realmente lì a un metro da me a suonare in acustico con Lisa Starnini e Giovanni Ilardo dei Cirque des Rêves. Alla fine del live ho avuto l’opportunità di restare con Allcock e i ragazzi fino a quando ci han cacciati dal locale. In sintesi, esattamente una settimana fa, è avvenuto uno di quegli incontri che difficilmente avrei pensato di fare nella vita.
Sei venuto a Napoli per produrre il nuovo cd dei Cirque des Rêves, quando hai conosciuto il gruppo?
«È successo proprio qui al Goodfellas l’anno scorso. Era gennaio ed io stavo suonando con il mio “fratellino” romano Jerry Cutillo e la sua band OAK. Nonostante fosse inverno faceva molto caldo ed io ero uscito a prendere una boccata d’aria. Ed ecco che mentre ero fuori mi si avvicinò Lisa per darmi l’EP della sua band.»
Un incontro fortuito quindi…
«Si, parlammo solo un paio di minuti. Tornando in Galles però ascoltai il loro EP e lo feci più di una volta: non mi capita quasi mai. Dei vari lavori che mi arrivano solitamente sento le prime due tracce, invece coi Cirque ho replicato l’ascolto, ho apprezzato così tanto il loro EP da scrivere a Lisa e questo è stato l’inizio di tutto.»
Stavi tornando in Galles e adesso grazie a loro sei ritornato a Napoli, come stanno andando le registrazioni?
«È un qualcosa di indescrivibile, partendo dal posto in cui stiamo registrando. Non dimentichiamoci che i Circus Studios erano la storica sala dei Planet Funk. Gianni e Lisa gli hanno donato nuova vita. Meraviglioso vedere anche tanti giovani studiare nella loro accademia musicale, vederli mi rende molto felice.»
Cosa pensi musicalmente dei Cirque des Rêves?
«In primis è innegabile che sia la voce di Lisa il principale punto di forza. L’unione tra lei e Gianni e Lisa è poi il secondo fulcro fondamentale. Sottolineo ancora la bravura della sezione ritmica formata dal fantastico bassista Corrado Colignano e dal favoloso batterista Alessio Sica: se un giorno dovessi fare un tour qui per lo stivale li chiamerei ad occhi chiusi!»
Torniamo quindi alla voce di Lisa. Hai detto che è il principale punto di forza dei Cirque, pensi debba ancora migliorare?
«La voce di Lisa è riuscita a farmi piangere come un bambino. Una delle sere in cui stavamo registrando mi è sembrato che lo spirito di Edith Piaf fosse in sala. È stata una delle performance vocali più commoventi della mia vita.»
Cosa ti aspetta a casa, dopo la produzione dei Cirque?
«Sicuramente un cuore malinconico e pesante: non sarà facile lasciare Napoli. Spero di tornarci e di lavorare ancora con i miei nuovi amici in questo bellissimo studio. Appena sarò a casa però organizzerò il lavoro per un mio nuovo trio. A Barcellona sarò presente all’annuale convention dei Jethro Tull, poi produrrò una fantastica musicista jazz: Sarah Smith. Tra luglio e agosto suonerò a una prima mondiale a Windsor Great Park per una nuova pièce di musica classica contemporanea composta da Nick Bicât, con orchestra e il coro. Inoltre mi esibirò ad un paio di feste popolari in Inghilterra con il cantautore gallese Huw Williams. Chiuderò in bellezza nello studio di Benny Andersson a Stoccolma dove sarò in sala di registrazione con Yusuf Cat Stevens.»