A cinque anni di distanza esce “L’ultimo grande eroe”, il quinto album di inediti dei Sonohra (distribuzione Artist First). Il nuovo lavoro discografico è composto da 10 brani, completamente prodotti da Luca, che ha curato i testi, e Diego Fainello, che si è occupato della musica e degli arrangiamenti.
«È un progetto sul quale puntiamo molto perché è completamente autoprodotto, realizzato da noi nel nostro studio di casa e tra l’altro rappresenta anche la prima parte di un progetto che sarà ben più ampia, perché uscirà un secondo album nel 2019, crediamo intorno all’autunno, e questo a testimonianza del fatto che abbiamo intrapreso un percorso di sperimentazione anche su noi stessi che ci porterà comunque ad avere una musica ancor più che ci rappresenti nel prossimo futuro».
“L’ultimo grande eroe” è anche il titolo di una canzone presente nel disco, che i Sonohra hanno dedicato al padre scomparso lo scorso anno. «Questo brano, nel nostro caso è dedicato a nostro padre, ma in un periodo storico dove c’è una mancanza di valori molto forte, questa canzone è anche un incentivo a trovare il grande eroe in noi stessi, nelle persone che ci stanno più vicine o più care. Questo è il filo conduttore un po’ dell’intero progetto discografico. Crediamo che molta gente si possa ritrovare in questo percorso».
Ad anticipare questo nuovo progetto, il singolo “Ciao”, un testo che descrive un dialogo tra una figlia e una madre nel momento in cui questa viene a mancare. «Ciao è una parola semplice ma allo stesso tempo molto importante. Molto spesso, infatti, abbiamo il rimpianto di non averla detta. Il succo di questa canzone è appunto accorgersi dell’importanza delle persone finché fanno parte della nostra vita, una cosa che noi diamo per scontato ma in realtà non lo è».
Sono trascorsi 10 anni dal loro esordio, segnato dalla vittoria al Festival di Sanremo nel 2008 con il brano “L’amore”. «Il palco dell’Ariston per noi è stato importantissimo ed ha un qualcosa di magico. Sarebbe meraviglioso rivivere quell’esperienza, magari questa volta in una chiave diversa per far capire al pubblico la nostra crescita musicale. Se in futuro ci fosse la possibilità di andare, non potrebbe che farci piacere».
Nello stesso anno del festival arriva il primo album “Liberi da sempre” certificato disco di platino in Italia, che viene rilasciato anche in versione spagnola e inglese facendo conquistare ai Sonohra il titolo di Artista Revelación ai Los Premios MTV Latinoamerica di Los Angeles ed un tour promozionale di quattro mesi che li ha visti protagonisti in Messico, Stati Uniti, Argentina, Colombia, Venezuela, Porto Rico, Cile e Brasile. Da quel momento il duo veronesi continuano il loro percorso senza mai fermarsi. Nel 2010 pubblicano “Metà”, registrato nei celebri Abbey Road Studios di Londra, nel 2012 “La Storia Parte Da Qui”, primo album prodotto dai Sonohra in collaborazione con Carlo Cantini e masterizzato da Ted Jensen agli Sterling Sound Studios di New York. Due anni dopo esce “Il viaggio”, anche questo autoprodotto e masterizzato nei celebri Sterling Sound Studios di New York da Greg Calbi e Steve Ferrone. «I Sonohra oggi sono due musicisti e sono cambiati tanto rispetto agli esordi, perché all’epoca eravamo molto più giovani. Siamo stati travolti da un’onda che ci ha cambiato totalmente la vita con il successo dopo Sanremo. Di cose ne sono successe in questi anni. Oggi abbiamo una consapevolezza su di noi, sulla vita completamente diversa e questo ovviamente si riflette anche nelle cose che scriviamo».
Di recente i due fratelli hanno realizzato #Civico6, il loro studio di registrazione, che li consente di produrre tutti i loro lavori, ma anche di collaborare alle produzioni di altri artisti. «Abbiamo sempre fatto produzioni nostre, ma l’intento era quello di scrivere e produrre anche per altri. Da sempre abbiamo una cura maniacale per i suoni, quindi la possibilità di crearsi tutto a casa ti dà una maggiore libertà anche dal punto di vista della tempistica. Noi a volte lavoriamo anche di notte. Credo che lavorare in uno studio a casa dia comunque massima espressione all’artista».
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